I dati registrati dall’ARPAV parlano chiaro, purtroppo: in Veneto dal 1992 non si segnalavano precipitazioni annue della portata di quelle verificatesi lo scorso anno. Il surplus pluviometrico è stato inoltre particolarmente accentuato proprio nelle aree dei bacini dei fiumi [//]Brenta e Bacchiglione, di quelli che nascono nella Lessinia Orientale e del Veneto orientale. A fine ottobre novembre 2010 e il 15 – 16 marzo i pluviometri hanno registrato nei bacini idraulici più colpiti livelli non riscontrati in precedenza. L’alluvione che ha devastato il Veneto fra il 31ottobre e il 2 novembre e le piogge dei mesi successivi hanno in ogni caso cambiato lo scenario idraulico che conoscevamo, facendo in più luoghi addirittura emergere in superficie le falde, che fino alla metà dello scorso anno sembravano in progressiva diminuzione. “Questo fa sì che le precipitazioni che si verificano attualmente corrono anche sulle superfici agricole, ormai prive di sostanziale capacità di assorbimento, ingrossando i corsi d’acqua e i fiumi in maniera del tutto anomala rispetto alle previsioni formulabili solo 4 – 5 mesi fa sulla base delle conoscenze idrologiche precedenti. “La stessa quantità di pioggia di sei mesi fa oggi si disperde molto meno – fa presente il vicario del Commissario per il superamento dell’emergenza Mariano Carraro – e ingrossa di più i corsi d’acqua. Nelle aree dove si formano i bacini del Tramigna, dell’Alpone e del Chiampo, il 15, 16 e 17 marzo scorso le precipitazione sono state analoghe a quelle registrate nell’autunno scorso. Il terreno non ha assorbito nulla, il Tramigna si è riempito, non è riuscito a scaricare nell’Alpone, anch’esso pieno ed è esondato a Soave. La situazione creata dal terreno zuppo d’acqua farà sentire i suoi effetti per parecchio tempo, di certo nei mesi primaverili, mentre le vere opere di mitigazione necessarie, le vasche di laminazione, non si improvvisano in poche settimane”. Tra una decina di giorni, peraltro, sarà pronto il Piano di interventi per la mitigazione del rischio, i cui contenuti di massima sono già stati presentati ai Comuni, che hanno inviato le loro osservazioni. “Il Piano in questione sarà oggetto di ordinanza del Commissario, da sottoporre (procedura obbligatoria del tutto nuova) al vaglio preventivo della Corte dei Conti. Dopo si potranno attivare le iniziative per realizzarne i contenuti – ha concluso Carraro – che richiedono le successive fasi di progettazione e il reperimento dei finanziamenti necessari, che al momento sono del tutto insufficienti”.