Ci risiamo. Nel Parco dell’Adige di serie B ovvero quello che va dalla spiaggetta di Catena Beach (Lungadige Ponte Catena) alla diga del Chievo si può fare di tutto. Entrare con macchine e motorini, bivaccare e lasciare immondizia, improvvisare concerti non autorizzati fino alle due di notte e mangiare come fosse un ristorante a cielo aperto per decine di persone che accendono fuochi e li lasciano ancora accesi (anche adesso con questo caldo e in mezzo alle sterpaglie riarse con gravissimo rischio incendi), quando stufi se ne tornano a casa loro. Ma non era una zona verde protetta [//]e fruibile per tranquille passeggiate nel rispetto della natura? E invece non è così e soprattutto, ma non solo, nel fine settimana i cittadini devono cercare di spiegare alle persone incivili, che li deridono apertamente, come ci si comporta in un Parco naturalistico. Ma quello dell’Adige è davvero tale? Ce lo domandiamo perché non solo vi si può accedere facilmente con ogni mezzo, ma non vi sono cartelli che indichino le regole di comportamento civile. Sono anni che residenti e fruitori del Parco dell’Adige chiedono alla pubblica amministrazione di fare qualcosa, ovvero di rendere questa splendida zona verde davvero protetta dall’arroganza di chi crede (ed è cosi, purtroppo) di poter fare tutto quello che vuole tanto quella è terra di nessuno. Certo chi lo ama davvero conosce il valore di questo percorso da sogno in mezzo a piante di ogni specie dove non è raro ammirare (se si sta zitti) il picchio intento a cercare il nutrimento sotto le cortecce o una splendida famigliola di cigni, dove la mano esperta di un falegname naif ha scolpito nei tronchi abbattuti dal tempo e dalle intemperie delle bucoliche sedie per una piccola sosta, dove il profumo della terra pulita riempie le narici e d’autunno gli occhi con un tappeto di foglie multicolore. Chi lo apprezza davvero lo fa perché lo ha atteso per tanti anni, oltre 30, e quando ha visto emergere dalle sterpaglie intricate la stradella nel bosco ha pensato che un sogno era diventato realtà. Perché in Italia hanno sempre ragione i prepotenti e chi non segue le regole? Invitiamo amministratori e Polizia municipale a fare qualche giretto sabato e soprattutto domenica per rendersi conto di persona che è tutto vero. Basterebbe poco, da subito una cartellonistica chiara e qualche pattugliamento per fare rispettare la legge. La testimonianza di un cittadino N.F. ci racconta che domenica scorsa dopo aver detto inutilmente a tre conducenti che non si poteva entrare, mentre questi signori sorridevano apertamente per prenderlo in giro, ha detto la frase magica: «Adesso chiamo la Polizia!». Uno dei tre ha smesso di ridere e immediatamente ingranato la marcia verso l’uscita. Allora lo sanno che il Parco non è il giardino di casa loro …. .