Il Veneto è tra i protagonisti degli “Itineari regionali nell’Anno della Fede”, presentati questa mattina alla Bit di Milano dal vicepresidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi mons. Liberio Andreatta, dal presidente dell’Enit Pier Luigi Celli e dal presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello. Lo [//]stesso mons. Andreatta è stato poi ospite dello stand del Veneto (nel Padiglione 1, settori B25 B29 D26 D30), regione che ha il primato italiano dell’ospitalità, dove ha incontrato l’assessore regionale al turismo con il quale ha discusso i contenuti dell’intesa sottoscritta tra ORP e Regione per valorizzare l’evento e per diffondere la conoscenza dei tantissimi luoghi della fede disseminati nel territorio regionale. “Attraverso questi progetti – ha dichiarato monsignor Andreatta – l’Opera Romana Pellegrinaggi favorisce uno strumento di conoscenza e di approfondimento partendo dalla premessa fondamentale che il cristianesimo ha innervato profondamente la storia la cultura e l’arte di questo paese. In particolare, gli itinerari proposti per la Regione Veneto sono focalizzati sulla storia di spiritualità mariana di cui questa stagione è intrisa e ovviamente sulle tracce di grandi santi quali Sant’Antonio da Padova.” “Gli itinerari della fede non sono solo un’occasione per conoscere i luoghi percorsi dai viandanti che si recavano a Roma – gli ha fatto eco l’assessore regionale – ma anche motivo di consolidamento dei rapporti e di amicizia tra le genti. Le radici cristiane del territorio si respirano in ogni angolo del Veneto, dalle grandi chiese di Venezia alle croci in cima alle vette più alte delle Dolomiti. La tradizione dell’accoglienza ai pellegrini si rinnova ancora di più oggi grazie a questi quattro percorsi, quattro “Itinerari nell’Anno della Fede”, indetti in occasione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II”. Il primo comprende la Via del Santo e i Santuari Antoniani da Camposampiero a Padova, lungo l’ultimo percorso terreno di sant’Antonio. Si tratta di un pellegrinaggio votivo che tocca i principali santuari antoniani in provincia di Padova, ma che si inserisce in un più “lungo” percorso sui passi della vita itinerante di frate Antonio da Lisbona: dall’eremo di Montepaolo, dimora iniziale di frate Antonio in Italia, alle strade dell’Italia settentrionale e del sud della Francia, sino ai giorni di Padova e Camposampiero dal 1221 al 1231. A questo si aggiunge la “Via dei Papi”, che ripercorre gli antichi itinerari di pellegrinaggio lungo la Via Francigena Orientale, da Feltre a Lorenzago di Cadore e Canale d’Agordo, passando per Belluno. Questi percorsi sono una opportunità per mettere in relazione luoghi diversi, di grande suggestione per i valori ambientali e paesaggistici, collegati un tempo da diverse espressioni di fede itinerante, in un territorio dove emergono evidenti i segni della storia che si intrecciano con quelli della fede. I luoghi interessati hanno dato i natali a tre Papi (Papa Luciani,Giovanni Paolo I; Papa Cappellari, Gregorio XVI; Papa Sarto, Pio X) ed ha ospitato i Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nei diversi soggiorni estivi e sono costellati di numerosi santuari, conventi, abbazie, chiese. Vi sono poi le “Grandi Rogazioni” dell’Altopiano di Asiago, un cammino di fede che da più di tre secoli si ripete il giorno prima dell’Ascensione e che si snoda lungo un circuito di 33 Km, percorso a partire dall’alba dagli abitanti dell’Altopiano, residenti ed emigranti, ma anche da fedeli provenienti da paesi lontani. La bandiera con la croce (uno stendardo rosso con croce bianca) cammina sempre davanti e nessuno deve mai superarla. In località Lazzaretto si conclude la prima tappa e viene officiata la Santa Messa da tutti i Parroci dei 7 Comuni. I fedeli vengono accolti dal suono della campanella della chiesetta dedicata a San Sisto costruita dal 1655 al 1665. Infatti, poco prima, nel 1638, la Grande Rogazione si era trasformata in voto di ringraziamento di quanti scamparono alla pestilenza del 1631. Nell’Anno della Fede sono infine coinvolti gli itinerari religiosi in Valpolicella: una sorta di tracciato ideale, per nuovi pellegrini, che dall’ipotetico percorso della strada romana Claudia Augusta Padana, successivamente ramo della via Francigena, risale le incisioni della “Valpolicella” segnate da “vai” e “progni” nati dai monti Lessini, attraverso strade che collegano gli insediamenti di più antica origine, fino a porre in relazione tra loro i luoghi di fede testimoni della prima evangelizzazione del territorio. La Valpolicella è infatti sempre stata sia un’importante via di comunicazione che un favorevole luogo d’insediamento. Nei luoghi più suggestivi e dove tutto sembra emanare spiritualità, sorgono bellissimi santuari come la Chiesa di Santa Maria di Valleverde, la Chiesa Vecchia di Cavalo, la Chiesa di Santa Maria del Degnano, la Chiesetta di San Pietro a Torbe, la Pieve di San Giorgio VIII, l’Oratorio di San Zeno in Poja, la Pieve di San Floriano.