“Il settore primario è pronto a sposare il terzo settore e, finalmente, anche il Veneto non sarà secondo a nessuno e si doterà presto di una normativa specifica in materia di agricoltura sociale”. Lo dichiara il vicepresidente della quarta commissione regionale Graziano Azzalin commentando l’avvio della discussione del[//] Progetto di legge n. 336 “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”. “Si tratta – spiega Azzalin – di inquadrare normativamente esperienze già in atto, si pensi alle pratiche di inserimento lavorativo o all’esperimento di ortoterapia avviato nel Delta del Po, senza contare le fattorie didattiche o la pet therapy, per le quali esiste già una specifica disciplina. La multifunzionalità dell’agricoltura – sottolinea l’esponente democratico – si esplica, infatti, anche nella capacità di dare luogo a servizi innovativi che possono rispondere efficacemente alla crisi dei tradizionali sistemi di assistenza sociale. Dall’agricoltura, dunque, può arrivare un’ulteriore offerta di servizi per le comunità locali, in una situazione di evidente difficoltà, con le politiche di welfare, che devono fare i conti con la contrazione di risorse. Il nodo dei finanziamenti è fondamentale: l’agricoltura sociale – conclude Azzalin – non deve essere un modo per scaricare costi sull’imprenditore agricolo, né tantomeno per sottrarre risorse al capitolo generale del sociale. E’ necessario trovare un equilibrio fra tutti i soggetti in grado di offrire vantaggi a tutti, a cominciare dalla comunità, ed il principio che deve fare da bussola è quello della sussidiarietà”.