– Nei giorni scorsi si è interrotta la trattativa per il prezzo del latte In Lombardia, riferimento nazionale per tutto il settore. Il nuovo accordo era incentrato sulla definizione dei parametri di indicizzazione per collegare il prezzo del latte agli andamenti del mercato, considerando i costi di produzione da una[//] parte e le tendenze del mercato dall’altra. Ma se il metodo era apparentemente condiviso, la proposta formulata dai gruppi industriali è stata di 40 cent/lit (in continuità con l’accordo precedentemente sottoscritto in scadenza lo scorso 30 aprile) a fronte della richiesta minima del mondo agricolo di € 0,45 al litro. “Il latte costa al consumatore 4 volte di più del prezzo pagato agli allevatori – evidenzia il coordinatore provinciale di Agrinsieme Giambattista Polo – ed è opinione delle organizzazioni che formano il coordinamento (Confagricoltura, Cia, Confcooperative e Lega delle Cooperative) che in questa forbice ci sia lo spazio per corrispondere il giusto prezzo agli allevatori.” “La proposto dagli industriali – afferma il presidente provinciale di Confagricoltura Paolo Ferrarese – non tiene conto degli ulteriori aumenti dei costi di produzione a cui gli allevatori sono stati esposti in questi ultimi mesi e non retribuirebbe adeguatamente le nostre aziende che, nonostante le condizioni contingenti, continuano a fornire alle industrie di trasformazione un prodotto di elevata qualità e di assoluta garanzia su un piano sanitario.” Tanto per dare un’idea degli incrementi legati ai prodotti per l’alimentazione bovina, il prezzo della soia è cresciuto da € 380 alla tonnellata dei primi dell’anno agli attuali € 500 alla tonnellata, mentre per il mais bisogna continuare ad approvvigionarsi all’estero a causa delle aflatossine che hanno colpito la produzione nazionale. Come sottolinea il presidente provinciale di C.I.A. Michele Pedrini: “Le condizioni di mercato per un aumento ci sono: dalla richiesta di latte al positivo contesto europeo. Secondo le nostre previsioni ne serviranno maggiori quantitativi per soddisfare le esigenze dell’industria di trasformazione. Tutti gli indicatori prefigurano una spinta al rialzo dell’intero settore, dal latte ai derivati come burro, polvere di latte e formaggi.” Inoltre vale la pena ricordare che in questo momento il prezzo del latte spot sfiora i € 0,42 litro e che i contratti attualmente in essere tra allevatori e industriali non sono conformi al ‘Pacchetto Latte’ approvato in sede comunitaria. Agrinsieme ritiene necessario applicare il Pacchetto Latte a livello europeo, convocare un Tavolo interprofessionale e avviare singole trattative per ciascuna filiera, a seconda che si tratti di latte alimentare, latte alta qualità, latte destinato alle produzioni Dop o ai formaggi freschi. “Diversamente – aggiunge Polo – diventa più semplice e conveniente avere un prezzo del latte separato e condurre trattative di natura aziendale, con i grandi gruppi. Questa situazione iniqua favorisce infatti la concentrazione delle produzioni trasformate nelle mani di pochi industriali che possono stabilire , nelle more di qualsiasi accordo quadro e sempre più diffusamente, i prezzi alla stalla del latte”.