“Il primo pensiero, l’impegno di tutti al di là delle polemiche politiche e di qualsiasi altri tipo, deve essere rivolto al lavoratori delle aziende che fanno riferimento al gruppo Riva, che rischiano di trovarsi senza alcuna tutela né alcun ammortizzatore sociale”. Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, intervenendo sulla questione del fermo degli stabilimenti del gruppo in Italia deciso dalla proprietà dopo un sequestro di beni da parte dell’autorità [//]giudiziaria, in seguito al quale oltre 1400 lavoratori sono rimasti a casa da un giorno all’altro. “Vigilerò attraverso le strutture dell’assessorato al lavoro affinchè venga accordata nel più breve tempo possibile la cassa integrazione ai dipendenti “messi in libertà” – ha aggiunto Zaia – ai quali sono stati negati improvvisamente occupazione e reddito, gettando intere famiglie in una situazione insostenibile. Invito sin d’ora il ministero del lavoro al accelerare al massimo le relative pratiche”. “Dopo la chimica, dopo i cementifici, ora ci troviamo di fronte ad un altro durissimo colpo al sistema economico nazionale e regionale, con la siderurgia, un settore strategico per la nostra industria, messo in profonda crisi. Un settore al quale non intendiamo assolutamente rinunciare. Questo comparto ha una valenza importante e la sua fermata colpisce tutti coloro che utilizzano il prodotto acciaio e un vastissimo indotto che gode di un buon mercato interno e internazionale. Con la situazione che si è creata – ha concluso Zaia – da un lato viene a mancare una fornitura nazionale, dall’altro si spalancano le porte a competitor internazionali, come la Cina, che si trovano un attimo mercato di consumo a portata di mano”.