“IL PIANO CASA RISPETTA IL TERRITORIO E CONTRASTA LA CRISI DELL’EDILIZIA” ANCE VERONA E CONFINDUSTRIA VERONA SOSTENGONO LA NORMATIVA VENETA
Poco più di un mese fa la Regione ha approvato il nuovo Piano Casa Veneto, che ha subito riscosso l’apprezzamento delle associazioni imprenditoriali del comparto delle costruzioni per le significative novità che contiene: non soltanto perché semplifica la normativa e la rende omogenea su tutto il territorio, ma soprattutto perché consente di contrastare una grave crisi che prosegue ormai da anni, ridando fiato e prospettive alle imprese e agli investimenti nel settore dell’edilizia. Nonostante gli aspetti positivi del Piano Casa Veneto – tra i quali una spinta alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, la valorizzazione delle fonti rinnovabili, l’adeguamento degli edifici alle norme antisismiche e l’eliminazione delle barriere architettoniche – la nuova legge non piace a tutti. Le critiche vengono da alcuni sindaci delle grandi città, che chiedono di ridiscuterne i contenuti “per salvaguardare i diritti delle città sul fronte urbanistico, minacciati da una legge incostituzionale”. Una reazione ingiusta ed eccessiva, secondo Ance Verona e Confindustria Verona, che raccolgono la voce delle imprese a sostegno della normativa, cui vengono riconosciuti numerosi aspetti positivi. “È un’opposizione che non tiene conto dei benefici per il comparto e soprattutto per i cittadini veneti – sottolinea una nota congiunta –. L’applicazione della norma in modo organico e coerente in tutta la regione, senza che i Comuni possano “personalizzarla” o porre ulteriori vincoli, offrirà le stesse opportunità a chiunque, indipendentemente da dove risiedano e senza che le regole cambino ogni pochi chilometri, rendendo di fatto impossibile programmare qualsiasi iniziativa”.[//] “La normativa non favorisce affatto la deregulation e la cementificazione – prosegue la nota –, anzi prevede il mantenimento dei vincoli esistenti e la massima attenzione per gli edifici protetti, i centri storici, le zone rurali e le aree ad alto rischio idraulico. Inoltre non è realistico attendersi una ripresa massiccia di interventi edilizi, ma solo un’agevolazione degli investimenti, che restituirebbe fiducia e dignità a un settore a rischio di sopravvivenza. Il Piano Casa Veneto è uno strumento che risponde a standard europei: sarebbe un controsenso depotenziarlo per tornare al vecchio localismo”. Nel frattempo Regione e Anci Veneto, che riunisce tutti i comuni e non solo i capoluoghi, cercano la mediazione: condivideranno la stesura di una circolare esplicativa in cui verranno chiariti i dubbi sul Piano casa e torneranno a ragionare sugli oneri di urbanizzazione e sui mancati incassi temuti dai Comuni. Il confronto rimane aperto, con l’obiettivo di rispettare gli equilibri ma anche lo sviluppo.