Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo ad un’interrogazione di +Europa, sui lavoratori che a fronte di un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza rimarrebbero a spasso nel momento in cui cesserà la commercializzazione della cannabis ‘light’ conferma la linea del governo.
« L’emendamento al decreto sicurezza – ha affermato Urso– recepisce il principio di diritto delineato dalle sezioni unite della Corte di Cassazione per dirimere il contrasto giurisprudenziale sul tema. Secondo tale principio la commercializzazione al pubblico della cannabis sativa, e in particolare di foglie infiorescenze, olio, resina ottenuti dalla coltivazione della predette varietá di canapa” è da considerarsi “reato anche a fronte di un contenuto di Thc inferiore ai valori indicati dalla legge del 242».
«Comprendo le ragioni delle imprese e dei lavoratori – ha risposto il ministro agli interroganti- e assicuro il massima ascolto, ma il governo è intervenuto per fare chiarezza e sciogliere nodi che la precedente legge mal realizzata lasciava aperti sulle misure per tutelare le aziende e i lavoratori del comparto della cosiddetta cannabis leggera».
Il disegno di legge Sicurezza è in discussione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera. Le parole del ministro Urso non lasciano spazio a dubbi. Il governo è determinato ad andare avanti sulla linea tracciata dalla Corte di Cassazione ed in linea con quanto la destra ha sempre sostenuto. I negozi che vendono la cannabis e che la reclamizzano con le loro insegne e la loro pubblicità dovranno chiudere. Ce ne sono anche a Verona e in provincia.
La cannabis che attualmente la legge consente di commercializzare contiene un principio attivo inferiore allo 0,6%. Sotto questo limite non ha effetti psicotropi, ma oltre ad essere comunque dannosa, specie se usata in grande quantità o assunta in gravidanza o nell’allattamento, funge da vettore per condurre il consumatore a consumare quella illegale. E soprattutto ha l’effetto di sdoganare la cannabis nell’immaginario collettivo.
Ed è questo, al di là del business in sé della cannabis light, la funzione dei negozi che la vendono con tanto di vetrine e di insegne. Il messaggio è in sostanza un’apertura all’uso ricreativo di sostanze che dovrebbero essere vendute solo sotto stretto controllo medico, come appunto la cannabis terapeutica.
I danni della cannabis
Uno studio fatto su 175 mila persone dall’American College of Cardiology ha dimostrato che l’uso continuativo e non terapeutico della cannabis aumenta del 34% il rischio delle coronaropatie. Il risultato è che l’uso quotidiano cosiddetto ricreativo della marijuana è correlato con un aumento delle malattie alle coronarie del resto come tutte le altre sostanze stupefacenti che aumentano il rischio di ictus e infarto.