Sono stati eseguiti, con successo, i primi 9 interventi di autotrapianto delle insule pancreatiche in pazienti che avevano subito l’asportazione del pancreas. Una metodologia praticata in pochissimi centri in Italia e che la Chirurgia del pancreas, diretta dal professor Roberto Salvia, ha realizzato per la prima volta in Veneto.
Le insule sono le cellule del pancreas che producono insulina indispensabile per la regolazione della glicemia. Il diabete infatti è una delle principali conseguenze post operatorie della pancreasectomia totale, comportando un peggioramento della qualità di vita e l’insulino-dipendenza.
Nel reparto di Borgo Roma si procede con la nuova metodica dell’autotrapianto delle insule nel fegato. Questo trattamento è possibile solo in determinati casi che dipendono dalle condizioni dell’organo asportato.
Dallo stesso pancreas asportato vengono prelevate le insule pancreatiche che, dopo una procedura di laboratorio per la purificazione, vengono impiantate il giorno dopo nel fegato dello stesso paziente. L’autotrapianto, inoltre, esclude il ricorso a terapie antirigetto e i pazienti mostrano da subito un buon controllo nella produzione di insulina.
Questa nuova metodica era un progetto già studiato e avviato dal compianto professor Claudio Bassi e, adesso, realizzato dall’equipe che collaborava con lui: il professor Roberto Salvia e il dottor Massimiliano Tuveri.
Verona eccellenza nella chirurgia del pancreas
L’80% dei pazienti nel reparto di Borgo Roma vengono da fuori regione. E anche dei 9 autotrapianti solo 2 sono veneti. La struttura del prof Salvia ha infatti una forte attrattiva nazionale, con una fama che porta all’esecuzione di circa 450 interventi l’anno per asportazione del pancreas.
Prof Salvia: “Il nostro reparto è un punto di riferimento per i pazienti che presentano problemi al pancreas, non per forza di carattere chirurgico. Grazie anche all’impegno del nostro centro ricerche siamo in grado di proporre metodiche innovative come quelle dell’autotrapianto delle insule pancreatiche. Una procedura complessa, che non può essere eseguita in tutti i casi, ma che ha un forte impatto nel migliorare la qualità di vita di pazienti ai quali è stato asportato l’rogano. L’autotrapianto significa che non ci sono problemi di rigetto e che la persona non svilupperà il diabete post operatorio”.