Alzi la mano chi è felice di pagare le tasse. Gli Italiani continuano ad avere un rapporto complicato con l’Agenzia delle entrate e anche l’ultimo Radar di SWG conferma il vezzo italico di voler le tasse alte sì, ma per altre categorie di contribuenti. E nonostante gli sforzi fatti dall’amministrazione, il sistema fiscale italiano si conferma ancora troppo complesso e indecifrabile anche se negli ultimi quattro anno il Fisco è stato considerato maggiormente “amico” dei contribuenti praticamente da tutte le platee.
Per 8 italiani su 10 – 92% nel centrodestra, 83% nel centrosinistra e 80 fra i cinquestelle – la complessità è il tratto distintivo della Tributaria e sempre 8 italiani su dieci vedono questo sistema troppo squilibrato a vantaggio dei “ricchi” che dovrebbero essere chiamati a contribuire di più alle spese generali. In questo caso i contribuenti di centrosinistra sono più oltranzisti rispetto ai populisti dei 5stelle (88% contro 78%) e questo dato conferma come manchi la percezione della vastità della no-tax area di questo Paese dove soltanto una minima parte dei contribuenti versa allo Stato, ad esempio, il contributo minimo per garantirsi i servizi sanitari (sono 2mila € a testa malcontati).
La confusione nel rapporto col Fisco è grande se si pensa che a lamentarsi del Fisco sono in maggioranza i ceti più fragili – che contribuiscono poco o niente alla copertura delle spese dello Stato – e che la riscoperta del “valore” della tassazione è avvenuta nel periodo Covid (quanto tutti chiedevano aiuto allo Stato) per poi scendere bruscamente non appena l’emergenza è finita. Il livello di “rabbia” dei ceti più fragili (che hanno beneficiato del reddito di cittadinanza: 34 miliardi concessi negli ultimi anni come sostegno al reddito) verso il Fisco è persino maggiore di quello dei lavoratori autonomi che, però, vedono lo Stato mettere mano nel proprio portafoglio sino al 55% del reddito lordo fra tasse e oneri previdenziali.
E’ stato giusto tagliare le tasse al ceto medio ampliandone i beneficiari al cluster dei percettori di reddito sino a 55mila euro (contrari gli elettori pentastellati e di sinistra).
La confusione, i luoghi comuni, la non conoscenza dei numeri della vita pubblica (e questa resta una grave responsabilità dell’amministrazione incapace di dire da chi prende i soldi per il suo funzionamento e come li spende in maniera chiara e trasparente) garantiscono agli “evasori” un vasto consenso sociale: 6 italiani su 10 (68% del centrodestra, 65% dei 5Stelle e 60% del centrosinistra) ritengono legittimo “provare” ad evadere. Che poi questo sia realmente possibile (e non anche qui una leggenda della politica per giustificare la gestione allegra del denaro pubblico) nel sistema italiano dove i controlli elettronici sono totali resta un grande mistero…