Il 60% degli italiani pensa che per risolvere il problema delle liste d’attesa si devano assumere più medici e infermieri. Il 56% ritiene necessario investire più risorse nel Servizio sanitario nazionale. 
Il 39% teme un allungamento delle liste d’attesa e il 53% una riduzione dei servizi pubblici a favore di quelli privati. Il 35% è preoccupato per una pcssibile riduzione della qualità delle prestazioni. E’ quanto risulta da un sondaggi Swg commissionato dal sindacato degli infermieri Nursind. 

Il segretario nazionale Andrea Bottega, commenta i risultati del sondaggio e dice che emerge la necessità  “di interventi concreti e non di misure spot senza risorse”. Evidente la frecciata al governo che ha presentato il decreto per accorciare le liste d’attesa senza aumentare le risorse destinate alla sanità.

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E la preoccupazione degli intervistati sulla tenuta del Ssn è l’altro dato che fornisce l’indagine demoscopica. Il fatto poi che “solo un responder su dieci (11%) sostenga l’ipotesi di un rafforzamento del privato accreditato per abbattere i tempi dei servizi sanitari è spia di un timore crescente nella popolazione circa un progressivo scivolamento verso il privato della sanità”.

Gli italiani sono anche convinti che gli infermieri potrebbero svolgere un ruolo determinante per accorciare le liste d’attesa. il 71% del campione crede potrebbero fare visite di controllo post ricovero, medicazioni semplici, piccole suture e prescrizione di presidi sanitari.

“Il problema numero uno secondo Bottega – rimane la carenza di professionisti e, ammesso che si voglia assumere personale infermieristico, l’ostacolo da superare è ancora una volta lascarsa attrattività del nostro lavoro”.

il problema sanità si risolve investendo più risorse

Stipendi bassi, carichi di lavoro eccessivi, e un irrilevante riconoscimento del valore della professione sono la causa della mancanza di personale.  Anche da questo sondaggio si rileva come il governo stia sottovalutando il problema sanità. I Ssn si può salvare solo iniettando una cospicua dose di risorse nel sistema e non a colpi di slogane di trovate estemporanee. Tutte le criticità emerse anche dall’indagine Swg, pur di natura diversa, però portano tutte ad un’unica indicazione: ci vogliono più soldi. E se il governo decide di non metterli non ha altra strada che ricorrere ad un sistema misto con il coinvolgimento delle assicurazioni. Ma questa è tutta un’altra storia.