(di Bernardo Pasquali). Presentato il rapporto 2024 ISMEA sugli agriturismi in Italia e il valore della multifunzionalità e delle attività secondarie. I dati riguardano il 2022 e sono molto confortanti per quanto riguardano questo comparto. Se l’agricoltura italiana ha risentito non poco degli effetti inflazionistici, di una geopolitica internazionale avversa e un’annata agraria difficile, ciò che ha ricompensato il settore portandolo a livelli di fatturato addirittura superiori al 2019, sono senza dubbio gli agriturismi e le attività a loro connesse.

E’ di 6,2 miliardi di euro il valore della produzione delle attività secondarie in Italia e 1,5 miliardi provengono proprio dal settore degli agriturismi che rappresenta il 30% delle attività secondarie in Europa. Complessivamente, tra il 2007 e il 2022, le attività se- condarie sono cresciute del 70% – contro il 2% delle attività di supporto e il calo (-0,2%) dell’intero settore agricolo – a un tasso di variazione medio annuo (tvma) del 3,6% 

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Il valore della produzione agricola nel quadro europeo

Il valore della produzione agricola dell’UE nel 2022 è stato di 537,4 miliardi di euro. Più della metà (53,5%) proviene da colture (287,8 miliardi di euro), il 38,3% dall’allevamento di animali e prodotti di origine animale (206 miliardi di euro). I servizi all’agricoltura (23,4 miliardi di euro) e le attività secondarie (20,3 miliardi di euro) rappresentano complessivamente l’8,1% del valore della produzione agricola unionale.

Quasi il 60% del valore totale della produzione del settore agricolo dell’UE proviene dalle quattro economie più grandi della UE: Francia, Germania, Italia e Spagna. Seguono la Polonia, i Paesi Bassi e la Romania. Di fatto, il 75,5% del valore totale della produzione agricola dell’UE nel 2022 proviene da questi sette Stati membri.

L’agricoltura italiana si conferma protagonista in Europa, terza per valore della produzione col 13% dopo Francia (18%) e Germania (14%) e seconda per valore aggiunto dopo la Francia, continuando a mantenere il primato per valore della produzione delle attività secondarie e dei servizi, rispettivamente con il 30% e il 23% del totale europeo.

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In tutte le regioni italiane crescono le attività secondarie trainate dagli agriturismi

Il quadro regionale mostra un’economia agricola che tra il 2021 e 2022 rallenta in tutti i territori, seppure sia in ripresa rispetto al 2019. Se, infatti, in tutte le regioni si registra una crescita in termini nominali non altrettanto accade in termini reali dove chiudono l’anno positivamente solo le province autonome di Trento e Bolzano e sette regioni (Valle d’Aosta, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Liguria, Umbria ed Emilia-Romagna). Nel resto del Paese il settore agricolo ha subito una perdita in volume su base annua con i cali più significativi che si sono registrati in Molise (-7,4%), Marche (-6,1%), Puglia (-4,9%), Piemonte (-4,5%) e Calabria (-4%).

Ecco le Regioni dove gli agriturismi e le attività secondarie incidono di più

Se tra il 2021 e il 2022 si è visto un calo importante delle attività di supporto in tutte le regioni per una crisi generale del comparto contoterzistico, il comparto degli agriturismi e delle energie rinnovabili sta sostenendo il fatturato delle aziende agricole. Nonostante ciò, in termini di valore prodotto, per tutte le economie agricole regionali il contributo complessivo delle attività secondarie e di supporto si conferma decisamente significativo.

Se il Piemonte arretra passando dal 19,4% al 18,9% dal 2019 al 2022, la Valle D’Aosta passa dal 38,8% al 45,5%. Forte incidenza delle attività secondarie anche nella provincia autonoma di Bolzano con il 38,8%, le Marche con il 31,3%, la Basilicata con il 27,6%. Buon risultato anche per Molise 23,9%, Sardegna 23,7%, Umbria 24,5%, Toscana 23,7% e Provincia autonoma di Trento 24,4%. In generale in Italia l’incidenza rimane abbastanza stabile passando dal 20,1% al 19,6% tra il 2019 al 2022.

(Nel prossimo articolo di domani vedremo invece come si sta sviluppando il settore degli agriturismi e delle attività connesse come le fattorie didattiche, sempre dal rapporto ISMEA 2024).

IG @bernardopasquali

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