L’Adige ha raccolto il parere di Raffaele Speranzon sulle prossime elezioni regionali.
Veneziano, 53 anni, vice-capogruppo di FdI in Senato molto vicino alla Meloni, con una lunga militanza nella destra fin dai tempi del Msi, con esperienza amministrativa e presenza nei consigli locali dei vari livelli, fino a quello regionale, dov’era capogruppo prima dell’elezione a senatore, è considerato uno dei possibili candidati alla presidenza del Veneto.
Lui è sempre stato defilato e non è mai intervenuto nel dibattito che riguarda il futuro della Regione e quello di Zaia, ma all’indomani delle europee e soprattutto dopo che, forte del risultato, il partito ha fatto sapere di ritenere che alla scadenza della legislatura regionale la presidenza spetta a FdI, Speranzon rompe il silenzio.

Speranzon rivendica per FdI il governatore del Veneto

«Tocca a Fratelli d’Italia di indicare il prossimo candidato del centrodestra alla presidenza della regione Veneto. E’ ovvio. Non lo dico io, lo dicono i numeri. Noi abbiamo il triplo dei voti della Lega, quasi 5 volte quelli di Forza Italia. E’ una questione di metodo. E il metodo che è sempre stato utilizzato è che spetta al partito di maggioranza relativa di dare l’indicazione. Da qui non si scappa».

Speranzon. 3° mandato? Non se ne parla

«E poi la Lega – ricorda Speranzon- ha già il governatore della Lombardia, che è la regione più importante d’Italia, quello del Friuli-Venezia Giulia e il presidente della provincia autonoma di Trento con un terzo dei nostri voti. Come può pensare di avere anche il Veneto?»

Speranzon. 3° mandato? Non se ne parla

E getta una secchiata d’acqua sul residuo fuocherello della speranza leghista per il 3°mandato «che – tiene giustamente a precisare Speranzon- per Zaia sarebbe il 4°, dato che l’anno prossimo avrà compiuto ben 15 anni di presidenza. 20 anni sarebbero davvero troppi.Non se ne parla proprio – aggiunge-. E’ una questione chiusa e Zaia potrà dare il suo contributo d’esperienza altrove. Ora l’impegno del centrodestra unito dev’essere quello di individuare il successore. E come sempre è avvenuto lo si dovrà fare in base ai numeri».

Quanto poi alle voci di un possibile prolungamento della legislatura regionale che alcuni propongono per portare le elezioni alla primavera del 2026 anziché alla scadenza naturale che cade al settembre del 2025, Speranzon non ha dubbi. «La legge prescrive che la legislatura sia di 5 anni. Siccome si sono tenute il 20 settembre del 2020, con un prolungamento eccezionale della legislatura precedente a causa del Covid, devono svolgersi regolarmente se non a settembre almeno entro ottobre dell’anno prossimo. Non c’è nessun motivo per farle slittare».