Europa Verde non ha una propria rappresentanza nell’amministrazione di palazzo Barbieri, ma si sente ugualmente parte integrante della maggioranza di Tommasi, e quindi corresponsabile delle sue scelte e può contare anche sul lavoro dell’euro-parlamentare, Cristina Guarda e della senatrice, Aurora Floridia, che possono portare all’attenzione di quelle istituzioni le esigenze della nostra città.
Perciò interviene nel dibattito che è sorto attorno alla Marangona con un documento che dopo aver riaffermato la necessità di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e denunciato i fenomeni climatici estremi e le guerre in corso quali frutti avvelenati di politiche sbagliate, leva come la gestione del territorio “può essere un evento positivo se difende gli interessi comuni del pianeta e della comunità locale per un futuro amico”.
“Il dibattito pubblico veronese sul Masterplan Marangona 2030, -affermano i Verdi- rappresenta una grande occasione per l’Amministrazione: iniziare oggi a disegnare la Verona del futuro, avviare la transizione verde per un new deal ecologico. Non è una scelta possibile, ma la sola strada obbligata, necessaria, per affrontare le sfide urbane del presente e del futuro: il consumo di suolo, l’adattamento climatico, l’economia circolare, la transizione energetica, la nuova mobilità, viabilità e trasporti”.
“Il progetto Marangona -afferma Europa Verde- può anche essere il volano per realizzare infrastrutture necessarie per il potenziamento del trasporto pubblico, con la linea metropolitana di superficie per il collegamento dell’aeroporto con la stazione di Porta Nuova, la Fiera, Porta Vescovo: un’opera futuribile ma indispensabile per la riduzione della mobilità privata e del trasporto delle merci su gomma, che sarà sempre più insostenibile”.
I Verdi per incidere sul masterplan della Marangona
I Verdi si pongono quindi su una posizione intermedia fra le associazioni che si oppongono totalmente al progetto PAQE della Marangona e il sindaco che lo difende a spada tratta.
“La difesa conservativa dello status quo – continuano- non aiuta ad andare nella direzione giusta, così come la riproposizione di progetti già superati di magazzini e logistica. Contestualmente è indispensabile il recupero del degrado e del disordine lasciato nella vecchia Zai storica, dove c’è più necessità di polmoni verdi per salvare quello che resta del quartiere sfigurato dagli insediamenti di Adigeo ed Esselunga”.
“Per realizzare tutto questo è necessaria una nuova governance del Consorzio Zai, adeguata alle esigenze esposte e in linea politica con l’indirizzo urbanistico di progettazione della città eco-compatibile; le nuove nomine siano coerenti con questa direzione.
La proposta di delibera consiliare per la ratifica dell’accordo di programma tra Comune, Consorzio Zai e Provincia, deve contenere indicazioni chiare di indirizzo politico per la revisione del Masterplan che deve essere aggiornato alla luce delle nuove esigenze e nuove normative”.
“Dopo l’inerzia delle precedenti amministrazioni, che non hanno avuto strategie di sviluppo adeguate ai tempi, lasciando che altre province prendessero iniziative attrattive di capitali e innovazione (come Padova e Trento), la Giunta Tommasi, ha l’occasione per un rilancio del progetto Marangona, a partire da oggi, dentro al perimetro dell’attuale maggioranza, con un nuovo piano complessivo. Un’operazione così complessa – conclude Europa Verde- ha bisogno dei tempi politici necessari, senza strappi o accelerazioni. L’iter avviato per approvare l’accordo di programma e rivedere il piano deve essere gestito con coraggio e prudenza: è in gioco il futuro della città.