Autonomia. Il Sud e la sinistra preparano il referendum abrogativo

Neanche il tempo di approvarla che già si stanno organizzando per fare un referendum per abrogarla. Parliamo dell’Autonomia differenziata, fortemente voluta dalla Lega e approvata dalla maggioranza di centrodestra. La legge non è andata giù alla sinistra, strutturalmente centralista, che con tutti i suoi governi l’ha ostacolata. In particolare ai grillini, che con il reddito di cittadinanza hanno fatto del Sud il terreno di raccolta per i loro voti. Tanto che hanno scritto a Mattarella pregandolo di “voler valutare l’opportunità di esercitare la sua prerogativa costituzionale” di rinvio alle Camere della riforma appena diventata legge, perché “scardina l’assetto costituzionale”. 

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E come se ciò non bastasse c’ha messo il naso anche la Commissione Europea che esprime preoccupazioni per l’aumento della spesa che l’autonomia potrebbe comportare.

Ma quel che più preoccupa è che nella coalizione di governo si stanno profilando delle crepe. Sono subito usciti allo scoperto nel criticare la legge i governatori di Basilicata e Calabria, entrambi di centrodestra. Il presidente del consiglio regionale calabro Mancuso, eletto nella Lega, ha definito la legge un “pasticciaccio”. E si sono rifiutati di votarla pure i deputati calabresi di Forza Italia e altri che non hanno partecipato al voto.

C sono già delle iniziative per promuovere il referendum abrogativo, per il quale servono 500 mila firme entro il 30 settembre. Ma se lo richiedessero 5 Consigli regionali i promotori potrebbero anche evitare la raccolta firme. E, guarda caso, i consigli regionali di centrosinistra sono proprio 5.

E’ un dejavu. Molti ricorderanno che nel 2005 il governo Berlusconi fece approvare la Devolution, una riforma della Stato in senso federalista all’acqua di rose che comunque non fu gradita dalla sinistra. E anche una parte del centrodestra la votò obtorto collo. Solo poche ore dopo la sua approvazione venne organizzata la raccolta delle firme per ottenere il referendum abrogativo che si svolse nel 2006 e che la abrogò. E non è difficile immaginare che possa succedere altrettanto anche stavolta. Ancora una volta sarebbe i Sud ad opporsi, compresi quelli stessi parlamentari meridionali appartenenti a quei partiti che l’Autonomia l’hanno votata.
Non tutti i meridionali però sono contrari. 

Autonomia. Un modo per responsabilizzare il Sud

Il Sud deve smettere di continuare a piangere” ha detto Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile, ex presidente della Sicilia. “Noi abbiamo bisogno di competere con il Nord, sapendo che i nostri obiettivi sono diversi da quelli delle regioni settentrionali. Ma per fare questo dobbiamo liberarci dalla teoria della questione meridionale. Il provvedimento adottato ieri mette le classi dirigenti, tanto al nord quanto al sud, di fronte alle proprie responsabilità”. Musumeci è una persona seria e intellettualmente onesta. E sa benissimo che non è certo l’autonomia a penalizzare il Sud. Anche perché la Sicilia ce l’ha già, speciale ed estesissima, fin dalla nascita della Repubblica.

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