Banco BPM e Credit Agricole fanno sul serio e soltanto la seconda ondata del Covid sta impedendo un incontro di persona, a Parigi, fra i big lombardoveneti e francesi. Sul piatto la fusione fra le attività italiane della banca transalpina (colosso del credito cooperativo, preso a modello a Verona sin dai tempi di Giorgio Zanotto) e l’istituto nato dalla fusione delle due Popolari di Verona e Milano. Ad accelerare il progetto anche la nomina dell’ex ministro del Tesoro, il dem Piercarlo Padoan, alla guida di Unicredit: questo significherebbe che la strada della privatizzazione del MontePaschi di Siena è tracciata e porta a Piazza Cordusio con l’incorporazione nel colosso europeo del credito e il salvataggio della banca senese dopo anni di gestione pubblica per evitarne il default.

In Italia, Credit Agricole opera dal 2007 attraverso CariParma e FriulAdria ed ha acquisito diverse Casse locali: oggi ha mille filiali e quattro milioni di clienti ed è presente sia nell’investment banking e nella gestione del risparmio (San Miniato, Cesena, La Spezia ecc) e delle assicurazioni che nel credito al consumo con Agos (in comproprietà proprio col Banco BPM) e FCA Bank. Da parte sua, il Banco ha 1800 filiali e anch’esso quattro milioni di clienti. Come azionisti, il Credit Agricole ha l’85% del suo gruppo con partner le Fondazioni bancarie delle casse di risparmio acquisite nel tempo; il Banco ha due grandi azionisti – l’inglese Capital research and management company al 4,99 e il polo delle Fondazioni bancarie al 4,01 -. La sede della nuova super-popolare – sarà il Banco a incorporare il gruppo franco-emiliano – resterà Milano. Primo azionista, il Credit Agricole. Il titolo in Borsa ha iniziato la giornata in ribasso dopo il picco di inizio ottobre.