La “nuova” Cà del Bue riparte dalla corte del Cinquecento che fu un tempo dei Conti Pellegrini e che oggi è un rudere dove sono finalmente tornati architetti e muratori. Un segno del cambiamento che però è ben più grande e che renderà il contiguo impianto – il termovalorizzatore di Agsm Aim – un esempio brillante di economia circolare con la produzione annua di 3 milioni di metri cubi di biometano dal trattamento dei rifiuti solidi urbani grazie ad un investimento nel “revamping” vicino ai 20 milioni€. Un volume sufficiente a muovere la flotta dell’autotrasporto pubblico scaligero (la linea di trasporto urbano e flotta dei mezzi Amia) per un anno con un vantaggio immediato in termini di sostenibilità della città con un concreto abbattimento della CO2 immessa in atmosfera.
Per la “vecchia” Cà del Bue, il colosso berico-scaligero ha messo invece sul piatto 3 milioni di euro per la sua totale ristrutturazione e la trasformazione in un centro polifunzionale utilizzato dalla stessa multiutility e da realtà ed associazioni del territorio. «Non mi dispiacerebbe – spiega Stefano Casali, presidente di AgsmAim – che diventasse il luogo dove a Verona si discute di economia circolare, partendo dall’esempio virtuoso del nostro impianto».
Vecchia e nuova Cà del Bue insistono su una vasta proprietà della multiutility – ben 44, 2 ettari (3mila la superficie del compound storico) – oggi utilizzati a fine agricolo. I lavori nella Corte di Cà del Bue sono iniziati nel marzo dello scorso anno e sono stati affidati alla Ennio Riccesi Holding Srl di Trieste con la partecipazione dello studio MP&T Engineering (architetti Lino Lucio Bozzetto e Giovanni Policante). E’ previsto il restauro conservativo con una particolare attenzione a restituire alla collettività l’importante patrimonio artistico che contiene. I lavori verranno completati per il 2025. Avviata probabilmente nel 1400 come oratorio delle monache benedettine di San Michele, la Corte trova la sua prima memoria scritta nel secolo successivo quando all’oratorio venne affiancata la casa padronale. Importante la collaborazione con la Soprintendenza dato che la Corte è nell’elenco delle Ville venete e gode di un vincolo monumentale. Per il biometano invece bisognerà aspettare molto dimeno: nella rete di distribuzione arriverà già l’anno prossimo.