“Benvenuto assassino”. Così il Fatto Quotidiano, diretto da Marco Travaglio, aveva dato l’annuncio dell’arrivo in Italia di Chico Forti, il cittadino italiano da 24 anni in carcere negli Usa perché condannato per un omicidio ed ora detenuto a Verona nel carcere di Montorio. Lui s’è sempre dichiarato innocente. Giorgia Meloni era riuscita ad ottenere da Washington il suo trasferimento in Italia, dove l’ergastolo esiste solo sulla carta e al massimo un condannato sta in galera 30 anni. Così Chico Forti se la sarebbe cavata con ancora qualche anno, ma in condizioni decisamente migliori di quelle vissute in America.

Una grana per Chico Forti

Tuttavia non pare avere pace. Vera o falsa che sia la notizia, la Procura della Repubblica di Verona ha  avviato un’indagine per verificare se corrisponde a verità quello che ha riferito un altro detenuto al carcere di Montorio al quale Forti si sarebbe rivolto per contattare qualcuno della ‘ndrangheta per mettere a tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e un altro giornalista.

Chico Forti. Accusato di cercare contatto con ‘ndrangheta

Il Fatto Quotidiano ed il Corriere della Sera riportano che in cambio si sarebbe offerto di ricambiare il favore non appena sarebbe uscito di galera. Al colloquio intercorso fra Forti e l’altro detenuto sarebbe stato presente un altro recluso. Tutto da verificare. Ma intanto il procuratore capo di Verona Raffaele Tito ha aperto un fascicolo per istigazione a delinquere contro ignoti ed avvertito il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la Prefettura di Verona, il Tribunale di sorveglianza e la Dda di Torino.

Se i fatti riferiti fossero accertati il progetto di rimettere in libertà Chico Forti subirebbe inevitabilmente un rallentamento.