(s.t.) Prima un lungo lavoro di tessitura, preceduto dall’analisi dei dati e degli obiettivi per la competitività e lo sviluppo, non solo teorici e ideali ma già realistici. In seguito un ampio confronto, con la raccolta delle adesioni al progetto Verona 2040 al quale i soggetti hanno ribadito una piena disponibilità per passare dalla visione alla fase operativa. E ora grazie alla condivisione dei processi operativi il lavoro si può avviare. Questo il focus della tavola rotonda in occasione dell’assemblea di ANCE Verona (a questo link a un altro articolo de L’Adige la relazione del presidente Trestini).
Sul progetto (a questo link i dettagli, i dati e gli scenari), illustrato dal direttore del CRESME Lorenzo Bellicini, si sono confrontati Carlo Trestini, presidente Ance Verona, Paolo Arena, presidente Aeroporto Catullo e vicepresidente della Camera di Commercio di Verona, Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona, l’assessore veneto al Bilancio Francesco Calzavara, il vicepresidente di Veronafiere Matteo Gelmetti, Andrea Girardi, consigliere della Provincia di Verona, Andrea Prando, vicepresidente del Consorzio ZAI, e per il Comune di Verona l’assessore Tommasi Ferrari. Ha condotto il dibattito il giornalista Giovanni Salvatori.
Punti di forza e debolezze del territorio: il percorso verso Verona 2040
Bellicini ha esordito esaminando i temi critici destinati ad accelerare le transizioni che anche Verona dovrà affrontare: demografia in calo, emergenza climatica, competitività, infrastrutture e logistica da potenziare, innovazione e interconnessione… Punti di forza ma anche debolezze da rendere aree di miglioramento: scarsa attrattività, formazione, qualità del lavoro e della vita, offerta abitativa che soddisfino soprattutto i più giovani. A tutto questo occorre rispondere con un progetto strategico che sia anche realizzabile, in un percorso concreto costruito insieme agli attori del territorio. Serve uno spirito di collaborazione e di corresponsabilità: finora non c’era, ma oggi si inizia a respirarlo.
Trestini: “I nostri obiettivi sono attrattività, competitività e posizionamento nazionale ed europeo. Ma ci occorrono tavoli di coordinamento nuovi, quindi sì al confronto ma anche operativi e concreti, organizzati su basi tematiche. Penso a un tavolo guida con categorie, istituzioni ed enti economici e poi altri su ambiti specifici, in stretto collegamento perché molti temi sono trasversali. Con i requisiti di condivisione e obiettivi coerenti mettere a terra un piano sostenibile sarà senz’altro più agevole.
Boscaini: “Ci riferiamo spesso alla necessità di “mettere l’uomo al centro”. Ecco, adesso più che mai il riferimento è soprattutto ai giovani e alle donne, che dal territorio devono ricevere nuovi stimoli e poter contare su un luogo in cui crescere con soddisfazione. In questo modello le priorità delle imprese veronesi sono le stesse di tutto il territorio: crescere verso una dimensione europea, con la consapevolezza di poter essere un’area innovativa capace di concentrare e accelerare lo sviluppo”.
Ferrari: “La politica deve scegliere, essere il soggetto trasformatore che programma il cambiamento. Deve essere attrattiva, con coraggio, anche a costo di essere divisiva. E oggi al fianco delle imprese, perché il Comune deve fare ma anche lasciar fare, abilitando le energie del territorio. Un approccio positivo alle trasformazioni consente di vedere le opportunità dove al principio emergono i disagi”.
Girardi: “Le amministrazioni sono deboli e prive delle forze necessarie per velocizzare l’esecuzione dei lavori. Anche perché il sistema ha perso attrattività: ai concorsi si presentano in pochi. Ai tavoli del progetto invece la Provincia porterà la forza del territorio, facendo in modo che anche chi abita nel circondario possa contare su arterie che raggiungono il capoluogo e l’infrastruttura di trasporto”.
Calzavara: “Aver costituito dal basso un hub incentrato sul progetto Verona 2040, senza aspettare la politica, è la novità che spinge a ripensare le dinamiche di tutto il Veneto. Dialogo, con idee chiare. La Regione è al fianco del territorio per la valutazione complessiva che acceleri il percorso e anticipi i tempi di attivazione. Con più reattività si raccoglieranno gli investimenti e le risorse necessarie”.
Gelmetti: “Veronafiere è da sempre un acceleratore per le energie generate dai settori economici trainanti del territorio. E ancora oggi può presidiare l’espansione di Verona verso Sud. Un perno del sistema capace di moltiplicare la forza che risiede nella sua stessa fortunata posizione geografica”.
Prando: “L’area della Marangona sarà il primo vero banco di prova del macro progetto Verona 2040. E tutte le infrastrutture, sia quelle già esistenti che quelle nuove che si creeranno offrendo funzioni diverse e integrate, per mantenere la leadership dovranno accogliere l’aumento del traffico merci”.
Arena: “La forza industriale e turistica del territorio emerge dai numeri della Camera di commercio, che è anche determinante per le sue partecipazioni negli enti economici e per essere la “casa” delle associazioni di categoria. Per l’aeroporto è importante continuare a recuperare la competitività e la fiducia del territorio, completando il rinnovamento per accogliere il previsto aumento del traffico”.
In conclusione il presidente di Ance Verona Trestini ha riconfermato l’importanza di un cambiamento di ruolo delle imprese, oggi protagoniste degli sviluppi e di un rinnovamento tecnologico e organizzativo. “Se si dice “battiamo il ferro finché è caldo” è perché adesso facciamo rete e chiediamo che i tavoli siano concreti, per il futuro di Verona e per essere di stimolo anche ad altri progetti che ci potrebbero imitare. Crediamoci, perché stiamo dimostrando che si possono raggiungere anche risultati inattesi”.