Emergenza climatica sempre più preoccupante. Siccità, aumento delle temperature, eventi meteorologici estremi, inquinamento: sono solo alcune delle conseguenze della crisi ambientale che si sta aggravando. Minacce per certi versi inedite, che richiedono risposte innovative e coraggiose. Fatti di cronaca e ricerca scientifica hanno ormai ampiamente dimostrato i limiti dell’attuale modello di sviluppo: se vogliamo garantire un futuro al pianeta, è necessario abbandonare le tradizionali logiche di produzione e di consumo per imboccare la strada della transizione ecologica.
È una consapevolezza che ormai permea anche il mondo politico ed economico, a giudicare dalle ingenti risorse che il Pnrr dedica a questa missione: quasi 60 miliardi, circa un terzo del totale. Come affrontare un cambiamento tanto radicale? Quali sono le strategie necessarie per passare dalla teoria alla pratica? E come fare in modo che la rivoluzione verde generi ricadute positive per il territorio, senza lasciare indietro nessuno?
Una possibile risposta a questi interrogativi arriva da Fondazione Cariverona, il cui CdA ha deliberato fondi per 1,1 milioni a favore del bando Ricerca & Sviluppo. L’iniziativa – promossa con Fondazione Caritro – contribuisce a costruire nuovi modelli di sviluppo sostenibile, mettendo al centro l’innovazione tecnologica che nasce dalla collaborazione tra mondo della ricerca e imprese. Ed è un altro passo avanti nella consapevolezza che la sostenibilità non è un vezzo ma un dovere di tutti, che la Fondazione persegue da tempo. E L’Adige non manca di sottolinearlo, come in occasione del sostegno riconosciuto alle Comunità Energetiche.
“Siamo convinti che l’unico modo per rispondere alle sfide dell’attuale crisi climatica”, spiega Alessandro Mazzucco, presidente della Fondazione, “sia puntare sulla ricerca scientifica. I risultati dei progetti sviluppati nelle università devono essere facilmente applicabili anche dalle imprese e generare un impatto positivo su tutto il tessuto produttivo”. Il bando mira così a tenere insieme la dimensione ambientale ed economico-sociale della sostenibilità: “Spesso crescita economica e tutela del territorio sono state considerate in contrapposizione: noi invece pensiamo che l’innovazione riesca a riconciliarle in una visione armonica di progresso, che fa bene all’ambiente e non esclude nessuno”.
Un’emergenza che si sta aggravando
L’iniziativa della Fondazione – che sostiene 12 progetti nelle province di Verona, Vicenza e Ancona – intende quindi contribuire a tracciare la rotta verso un nuovo modo di fare scienza: “Per generare sviluppo occorre creare un ponte tra il mondo della ricerca e quello delle imprese: troppo spesso queste realtà non si parlano a sufficienza e rischiano di viaggiare su binari paralleli. Ma l’esperienza ci dice che devono imparare a collaborare: l’incontro tra i bisogni del sistema economico-produttivo e le risposte elaborate dalla scienza può innescare preziosi circoli virtuosi, con ricadute positive per tutto il territorio”.
I progetti selezionati dal bando si fondano quindi su alleanze strategiche composte da almeno un’impresa (con sede nei territori di riferimento di Fondazione Cariverona) e da un’università, istituto o centro di ricerca, con sede operativa nel Triveneto o nelle province di Mantova e Ancona. Le iniziative propongono una serie di soluzioni innovative negli ambiti dell’economia circolare, della gestione responsabile delle risorse naturali e della mitigazione del cambiamento climatico. Sette di queste riguardano il territorio di Verona (di cui due ideate dall’ateneo scaligero) per un valore di circa 620 mila euro.
Si va dall’intelligenza artificiale applicata ai processi aziendali alla coltivazione delle microalghe, passando per le tecniche di agricoltura biologica. Le proposte selezionate mirano a introdurre nuovi processi, prodotti o servizi nel tessuto locale, favorendo la sostenibilità e la transizione ecologica di tutto il sistema.
Il bando accende inoltre i riflettori sul ruolo dei giovani nel mondo della ricerca scientifica. In un Paese che nel giro di dieci anni ha perso oltre 70 mila laureati emigrati all’estero, Fondazione Cariverona lavora per invertire la rotta, mettendo in campo nuove strategie.
“Uno dei nostri obiettivi strategici è creare opportunità di crescita per le nuove generazioni. Pensiamo infatti che i giovani di talento possano e debbano essere i protagonisti dello sviluppo delle comunità, soprattutto in un settore come quello della ricerca in cui servono creatività, nuove idee e inventiva per fare la differenza. Per questo il bando prevede l’inserimento di almeno un ricercatore post-doc under 40 per ogni progetto”. I giovani scienziati quindi dialogano con le imprese per generare un cambiamento concreto a vantaggio di tutto il territorio: ecco il contributo di Fondazione Cariverona per costruire un nuovo futuro sostenibile. A questo link i dettagli del bando, mentre in questa pagina si trovano i risultati e i progetti premiati.
I progetti veronesi in sintesi
LegnoSano: Tecniche innovative per la gestione delle malattie del legno nel settore viticoltura. Realtà di ricerca: CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Conegliano (TV). Impresa partner: Consorzio valorizzazione prodotti orto-floro-vivaistici veronesi di Bussolengo. Contributo di 100 mila euro. Il progetto esamina due malattie del legno, il mal dell’esca e il cancro del colletto, che hanno mostrato un’incidenza crescente sul territorio in seguito alle modifiche climatiche che anche la viticoltura sta vivendo.
Esplorazione del microbioma del cancro corticale del castagno per migliorare il controllo biologico della malattia in Veneto. Realtà di ricerca: Libera Università di Bolzano – Facoltà di Scienze agrarie, ambientali e alimentari. Partner: Consorzio di tutela Marrone di San Zeno Dop di S. Zeno di Montagna. Contributo 78.300 euro. La castanicoltura è compromessa dalla malattia, causata dal fungo Cryphonectria parasitica. I risultati avranno rilevanza scientifica nella fitopatologia e saranno utili a definire strategie di lotta biologica contro la diffusione della malattia.
Recommender Systems for Sustainable Processes (ReSS-Pro). Realtà di ricerca: Libera Università di Bolzano – Facoltà di Ingegneria. Impresa partner: DataLane S.r.l. di Verona, con un contributo di 72 mila euro. I processi aziendali implicano il consumo di risorse naturali, e nel manifatturiero gli errori di produzione possono generare un alto spreco di materie prime. La digitalizzazione dei processi produttivi offre un nuovo potenziale di ottimizzazione, grazie all’impiego dei dati aziendali: oggi dalla previsione dei risultati si studia la possibilità di intervenire per migliorarli.
Formulazione di detergenti nanofluidi ecologici e analisi microbiologiche per ridurre l’impatto di termodisinfettori per dispositivi biomedicali. Realtà di ricerca: UniVR – Dipartimento Neuroscienze Biomedicina e Movimento. Impresa partner: Bonferraro Spa di Bonferraro di Sorgà. Contributo di 100 mila euro. Bonferraro (gruppo SMEG) ha prodotto un termodisinfettore per il trattamento di strumenti biomedicali, e il progetto si propone di ottimizzarne l’uso per abbattere le cariche batteriche con detergenti ecologici, usando una minor quantità di acqua e a temperature più basse.
Winery-based Integrated Carbon Capture and Nutrient Recovery using Microalgae (WINE-CAP). Realtà di ricerca: UniVR – Dipartimento di Biotecnologie. Impresa partner è la Società agricola F.lli Tedeschi di Pedemonte di Valpolicella. Contributo 100 mila euro. Il settore vitivinicolo è responsabile dell’1,3% delle emissioni totali di gas serra in Italia. Il progetto mira a ridurne l’impronta dimostrando la fattibilità e i vantaggi del sequestro biologico della CO2 emessa dalla fermentazione, utilizzandola per la crescita di microalghe con alta efficienza fotosintetica e rapido tasso di crescita.
LoCa AI: A low-carbon AI development paradigm via knowledge augmentation. Realtà di ricerca Fondazione Bruno Kessler – Centro Digital Society, Trento. Impresa partner: Humatics S.r.l. di Verona. Contributo di 92 mila euro. L’intelligenza artificiale ha creato numerose opportunità tecnologiche per le PMI, causando però anche un aumento delle emissioni di gas serra. Il progetto punta a ridurne l’impatto migliorando la competitività, minimizzando il consumo energetico per addestrare il modello di deep learning privilegiando modelli pre-addestrati con database di grandi dimensioni.
Produzione di biomassa microalgale a scala industriale tramite processi mixotrofici in continuo: aumento dell’efficienza di conversione energetica (AlgaeBoost). Realtà di ricerca: Centro studi economia e tecnica dell’energia Giorgio Levi Cases, Padova. Impresa partner: Ethos di Verona. Contributo 77.600 euro. L’aumento della popolazione richiede la produzione di alimenti nutrienti che utilizzino le energie sostenibili e le risorse rinnovabili. Le microalghe hanno grandi potenzialità: usano il solare per produrre una biomassa ricca di proteine con processi in ottica di economia circolare.