Il senatore Matteo Gelmetti è l’unico veronese, e addirittura veneto, nella Commissione Bilancio che ha esaminato ‘la finanziaria’. L’ha seguita dalla A alla Z. Come sempre la legge di Bilancio rappresenta il banco di prova più importante di tutti i governi e impegna i parlamentari in una maratona a ridosso della scadenza del 31 dicembre con l’obiettivo di non andare all’esercizio provvisorio.
Quella di quest’anno si può dire sia la prima vera ‘finanziaria’ del governo Meloni, dato che quella dello scorso anno era stata condizionata dal fatto che il centrodestra era al governo del paese da poco più di un mese.
E’ soddisfatto, Gelmetti, del lavoro fatto?
«Assolutamente sì. Innanzitutto perché – tiene a premettere – la legge di Bilancio quest’anno, per la prima volta, non è stata modificata da emendamenti della maggioranza, ma solo da quelli del governo o dei relatori».
Un segno di discontinuità con le precedenti maggioranze, quantomeno nel metodo…
«Certo. E un altro segno di discontinuità rispetto al passato è anche dato dal fatto che è stato il prodotto della sola volontà politica della maggioranza e non è frutto di un compromesso, come avveniva nelle precedenti leggi di Bilancio, dopo un’estenuante contrattazione fra partiti non omogenei. Quindi è il risultato di un lavoro svolto con una connotazione politica univoca e ben chiara».
Bene quindi per ciò che riguarda il metodo. Ma nel merito? Che giudizio dà?
«Per giudicare quello che è stato fatto dal governo e dalla sua maggioranza – ricorda il senatore veronese di FdI- bisogna prima di tutto tenere conto del contesto particolarmente difficile in cui la legge di Bilancio è stata scritta, con due guerre alle porte dell’Europa che condizionano pesantemente l’economia».
E poi c’è l’eredità che ci hanno lasciato i grillini…
«Esatto. C’è poi un enorme fardello pesantissimo che si chiama Superbonus. Si pensi che lo stato italiano dovrà accantonare 20 miliardi all’anno per 5 anni per pagarlo. E’ stato un fallimento. L’Inps ha calcolato che il Superbonus ha attivato solo 1500 contratti di lavoro. Vale a dire che ogni contratto ci è costato la bellezza di 22,6 milioni all’uno. Assurdo.
E se è vero che Pil che ha generato ha dato un po’ di ossigeno, è altrettanto vero che ha creato inflazione, a causa dell’aumento del costo dei materiali da costruzione. Oltre ai 120 mld che è sostato accertati ci sono 12 miliardi di truffe accertate. Il che significa che saranno senz’altro molte di più. La truffa più grande della storia della repubblica».
Quindi una legge scritta fra mille difficoltà?
«Non dimentichiamo che la Bce sta alzando i tassi di interesse, con danno di chi ha i mutui, ciò pesa anche sul bilancio dello stato tanto che quest’anno bisogna pagare 13 miliardi di interessi. Cifra pesantissima.
Ma pur fra le difficoltà che le ho detto è una legge scritta con prudenza e senso di responsabilità e realismo».
Una delle accuse più frequenti che viene fatta a questa legge di Bilancio è che non ha guardato alla crescita. E’ Vero?
«Non è vero che non rilancia l’economia che è tutto legato ai fondi del Pnrr.
Quest’anno bisogna contemplare nella visione complessiva della legge anche il Pnrr. Noi siamo andati in Europa e lo abbiamo abbiamo modificato, quando dicevano che non era possibile farlo. Abbiamo incassato la 4^ rata e siamo i primi in Europa ad aver richiesto la 5^ rata.
15 miliardi sono stati destinati all’agricoltura, all’industria, per le nuove tecnologie e per la transizione energetica e per l’intelligenza artificiale. Ma quel che più conta è che la legge è caratterizzata da una visione complessiva sulle modalità per rilanciare l’economia. Non c’è una spartizione legata a interessi discordanti come avveniva in passato per mantenere una maggioranza».
Ma in concreto quali sono i provvedimenti più significativi?
«Non dimentichiamo che sono stati stanziati 10 miliardi per l’abbattimento del cuneo fiscale. Questa è una delle promesse fatte in campagna elettorale mantenute, che dimostra l’attenzione del governo ai ceti più bassi, che vedranno aumentare lo stipendio mese per mese.
Inoltre è stato finanziato il fondo per la prima casa per le famiglie con molti figli. E questo anche per incentivare la natalità, che come si sa, è un grosso problema per il nostro paese».
La sanità però rimane un problema non risolto…
E’ stato fatto molto anche per la sanità, cui sono stati destinati 136 miliardi, una cifra record. Mai nessun governo prima del nostro aveva stanziato una cifra così alta in tutta la storia delle Repubblica! Si pensi solo che il fondo del governo giallo-rosso per la sanità nel 2019 era stato di 115 miliardi. Tutti i governi di centrosinistra hanno tagliato la sanità per 35 miliardi. Tutto si può dire, tranne che il governo Meloni non voglia rilanciare la sanità pubblica.
Nel complesso una buona legge?
Sì. L’attenzione rivolta alla sanità e ai ceti meno abbienti sono i 2 driver della Legge di Bilancio cui bisogna aggiungere l’attenzione rivolta al mondo delle imprese che vengono rilanciate con 18, 4 miliardi del Pnrr per cercare di andare a competere sugli scenari internazionali