Fai parte di un movimento politico? Firmi un accordo per contribuire al suo finanziamento attraverso la retrocessione di una percentuale dei compensi derivanti dalla tua attività pubblica? Beh, questo impegno vale anche se cambi movimento nell’arco del mandato. Lo dice a chiare lettere una pronuncia del Tribunale di Verona del 15 gennaio 2021 (Sezione terza civile, Giudice Dott. Massimo Vaccari, n. 10346/2019 R.G.) che ha fatto giurisprudenza mettendo chiarezza a tantissimi casi aperti in Italia tanto a livello locale che a livello nazionale. È infatti la prima sentenza che interviene su un “tema caldissimo” nei rapporti fra molti eletti e nominati e i partiti o movimenti che li hanno candidati e portati ad uno scranno.

Il Tribunale scaligero ha infatti confermato la validità del decreto ingiuntivo richiesto dal Movimento civico Verona Pulita e dal suo fondatore, Michele Croce, nei confronti di Edi Maria Neri, di professione giudice di pace, che a seguito delle elezioni comunali di Verona del 2017 (nella foto la presentazione della campagna elettorale) era stata nominata assessore alla Legalità, Trasparenza e Anticorruzione in quota al movimento. Edi Maria Neri aveva sottoscritto, così come tutti i rappresentanti di Verona Pulita che avevano ottenuti incarichi pubblici, un accordo che prevedeva  il versamento al movimento del 20% dei compensi ottenuti.

Per diversi mesi Edi Maria Neri aveva adempiuto al suo impegno per poi cessare ogni versamento a causa della sua uscita da Verona Pulita. Alle richieste del movimento, Neri aveva opposto un rifiuto motivandolo col cambio intercorso di rappresentanza politica. Così, al decreto ingiuntivo emesso il 24/12/2019 dal Tribunale, Neri aveva presentato opposizione.

Il giudice ha però rigettato questa impostazione scindendo in maniera chiara la libertà di opinione, e quindi la piena possibilità di cambiare idee e movimento politico anche se eletti in una formazione diversa con la massima libertà d’azione politica, dal necessario rispetto di una libera e volontaria promessa di pagamento imponendo perciò a Edi Maria Neri di versare a Verona Pulita gli “arretrati” più interessi e spese legali.

Non solo. Il Tribunale di Verona ha anche escluso l’applicazione della c.d. Legge Spazzacorrotti (L. n. 3/2019) ai movimenti civici come Verona Pulita che si siano presentati alle elezioni amministrative nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, liberando le liste civiche dai vincoli di pubblicità ed oneri contabili pesantissimi previsti per i partiti nazionali.

Michele Croce: «Questa sentenza stabilisce un principio fondamentale e pone un freno ai “cambi di casacca” che stanno diventando una costante della politica italiana: viene salvaguardata la libertà di pensiero e la massima agibilità politica, ma si fissa anche un limite, una responsabilità nei confronti dei movimenti politici cui si aderisce. Cambiare idea è lecito, usare la politica come un taxi che si prende e si lascia dove si vuole, no. È buon senso, ed oggi lo ha stabilito anche la Giustizia.».