Sono iniziati ieri pomeriggio al Maffei i festeggiamenti per il 120° anniversario (qui il nostro video) della fondazione dell’Hellas-Verpona alla presenza del Sindaco Damiano Tommasi, del Presidente della società Maurizio Setti e, nelle vesti del padrone di casa, del preside del liceo, Roberto Fattore.

Come ricordato nella targa presente nei pressi dell’ingresso del più antico liceo classico d’Italia, è lì che nel 1903 è stata fondata la squadra che è nel cuore dei veronesi. ‘Hellas’, che significa ‘Grecia’. Gli studenti fondatori vollero rimarcare il legame della loro scuola, dove appunto il greco è materia di studio, con la cultura dell’antica Grecia. «Solo qualche anno prima, nel 1896, – ha ricordato il preside- erano state celebrate le prime olimpiadi ad Atene. Ed è stato forse sulla base di questa suggestione che è stato scelto il nome di ‘Hellas’, anche perché era in quella civiltà che veniva esaltato il gesto atletico e la ‘kalokagazia’, cioè la coincidenza del bello col buono».
Quel nome, abbinato a quello della città, è arrivato fino ad oggi. Non c’è una data precisa per la fondazione perché non esiste un documento fondativo, essendo stata un’iniziativa spontanea. Ma andando a scartabellare nell’archivio del liceo, è stato scoperto un documento del 16 aprile 1903 con il quale gli studenti chiedevano alla dirigenza scolastica dei palloni. Il che significa che l’Hellas esisteva già da qualche tempo. Così, per convenzione, s’è stabilita una data: l’8 aprile 1903, che coincide con la partita che il Verona giocherà, 120 anni dopo, sabato prossimo 8 aprile 2023 con il Sassuolo. Una partita salvezza che i gialloblu affronteranno indossando la maglia celebrativa in stile ‘retrò’ realizzata per l’occasione in soli 500 esemplari.
Per il 120° è stato anche stampato un francobollo celebrativo e da oggi è aperta una mostra all’interno dello Stadio, visitabile gratis per quattro sere dalle 18 alle 22, che permette di far rivivere la storia del Verona Hellas fin dalla sua fondazione, quando i colori non erano gialloblù, ma, horribili dictu, bianconeri! 

Damiano Tommasi, che ha tenuto a precisare di essere presente non solo nella veste di sindaco ma anche di tifoso, s’è detto onorato di aver vestito la maglia del Verona. «La storia del Verona è legata a doppio filo a questa scuola ed è quella di tanti ragazzi e ragazze che si trovano a sognare assieme. Ed è quello che spesso accade attorno ad un pallone. La storia dell’Hellas – ha continuato Tommasi- è la storia della città. Ho festeggiato i 90 anni come giocatore del Verona». E come sindaco ha tenuto a sottolineare che «è significativo che tanti di quelli che hanno costruito questa squadra si siano poi fermati a vivere in. città. Mi auguro che la società faccia giocare e crescere i ragazzi di Verona».

«Settimana storica – dice Maurizio Setti attuale presidente- non solo perché ricorda la fondazione dell’Hellas-Verona, ma anche perché dà la possibilità di visitare all’interno dello Stadio la bellissima mostra sulla storia della squadra. Il calcio è pieno di umanità. Umanità che fa anche parte del mio carattere, anche se questo a volte non è capito. Da undici anni sono alla guida della società. E’ stato un bellissimo percorso. Ma adesso quello che conta di più è raggiungere la salvezza. Ho festeggiato da presidente i 110 anni con la promozione in serie A. Spero di festeggiare i 120 con la salvezza»!
Particolarmente emozionato Pierino Fanna, uno dei protagonisti della squadra dello scudetto, per essere nel liceo veronese «dove dei ragazzi appassionati hanno dato inizio alla nostra storia”. Tutto è nato lì. Intendendo per ‘tutto’ la storia dell’Hellas Verona. «Oggi, in occasione dei 120 anni dalla fondazione di questa grande squadra – ha osservato Fanna- dobbiamo ricordare tutti: quelli che c’erano prima di me, che ho giocato dal 1982 al 1989, e quelli che ci sono stati dopo e ci sono anche adesso. Il destino ci ha portato sul gradino più alto della storia del Verona, vivendo il momento migliore, quello del scudetto, nella stagione 1984/85. Abbiamo avuto la fortuna di vivere un sogno che mai avremmo pensato sia realizzasse. Abbiamo potuto prendere l’ultimo treno di una calcio che non c’è più».

Purtroppo, per l’età e per motivi di salute, ieri al Maffei non era presente il personaggio più importante: Osvaldo Bagnoli. Ma è come ci fosse stato perché è nel cuore di tutti i veronesi.