«Sia chiaro: né io, né il sindaco di Verona Federico Sboarina, così come gli azionisti del “sud” vogliono la gara per la nuova concessione dell’AutoBrennero: noi abbiamo chiesto di prorogare per qualche anno la situazione attuale, così da sistemare la questione societaria in maniera corretta e non con un esproprio proletario, e per fare partire quel miliardo € di investimenti già programmati, già finanziati, che aspettano soltanto chiarezza sul fronte societario per essere attivati. Voglio ricordare che la A22 è sorta non per volontà del Governo centrale, ma per spinta e spesa degli enti territoriali che credevano in questa infrastruttura come motore di sviluppo per il loro territorio. Adesso ci aspettiamo che il Governo faccia qualcosa, si impegni con Bruxelles, per difendere questa specificità». Manuel Scalzotto, intervistato ieri nel corso della seconda serata della Settimana Veronese della Finanza, organizzata dal gruppo Pantheon-Verona Daily, ha spiegato cosa si attendono i soci locali dopo che in Parlamento, in sede di esame della prossima legge di Bilancio, è saltato l’emendamento che apriva la strada all’uscita dei soci privati e quindi al rinnovo automatico in-house della concessione.
«I soci pubblici si sono riproposti per proseguire nella concessione nella convinzione che la Brennero sia una struttura fondamentale anche da un punto di vista sociale ed economico: noi abbiamo creato questa infrastruttura, l’abbiamo sviluppata, e con essa sono cresciuti i nostri territori. Qui il pasticcio l’ha combinato Bruxelles: perché non possiamo andare avanti in questo percorso virtuoso? E’ vero che ci sono le direttive – la 23 del 2014 – che impone la gara, dando due indicazioni di massima: si può derogare solo quando c’è la presenza unica dello Stato senza privati o se lo Stato abbia una influenza determinante sulla gestione. Per noi sono condizioni-capestro: non vogliamo la gara, ci sono già grandi fondi alla finestra che punterebbero al loro dividendo non alle necessità del nostro territorio. Il Governo italiano dovrebbe tentare una quadratura: ma la proposta non può essere l’esproprio dei soci privati sapendo che questo ci aprirebbe un contenzioso legale senza fine. Non sarà così automatica la loro uscita. Il rischio della gara si va facendo sempre più realtà, per quanto non ci piaccia, si va verso questo. Chiediamo soltanto 4,8 anni di gestione per completare il piano di miglioramento dell’autostrada!»