(di Matteo Zanon) Massimo Maffezzoli, quarantaseienne veronese, dopo aver mosso i primi passi nelle giovanili veronesi, ha intrapreso la strada di allenatore e vice in varie società tra le più blasonate del basket italiano. 25 anni di esperienza tra panchina e scrivania, lo hanno portato a conquistare una Coppa Italia LNP nel 2006-2007 con il Casalpusterlengo, uno scudetto a Sassari nel 2014-15 e due Coppe Italia nel 2014 e nel 2015 sempre con Sassari. Nella prossima stagione, lo vedremo nella massima serie (oltre a lui saranno altri tre i veronesi in serie A) sulla panchina di Trieste come allenatore in seconda e avrà l’onore di sfidare la squadra della sua città che dopo 20 anni è ritornata nel palcoscenico più importante della palla a spicchi. Maffezzoli si racconta tra piacevoli ricordi e obiettivi sempre più ambizioni.
Nella prossima stagione ripartirai come secondo a Trieste in serie A. Sei contento di ritornare nella massima serie?
Sono molto felice di tornare in serie A e riprendere il discorso interrotto traumaticamente ad Avellino. Per questo ringrazio Trieste per avermi voluto a bordo per questa nuova avventura che approccio con grande entusiasmo e determinazione.
Nel prossimo campionato affronterete la Scaligera, che dopo 20 anni è ritornata in serie A. Che emozione susciterà giocare contro la squadra della tua città?
Giocare a Verona da avversario è sempre una grande emozione: la mia città, i miei genitori, gli amici di sempre e tanti allenamenti su quel parquet. Spero in un palazzetto pieno e sportivamente caloroso.
Nella società scaligera hai iniziato la tua carriera da allenatore. Che ricordi hai legati a quel periodo?
La Scaligera prima e la San Zeno poi hanno rappresentato tantissimo nel mio percorso di crescita da giovane ragazzo che faceva l’assistente e all’essere pronto per vivere delle esperienze da professionista. Tantissimi ricordi belli, dal vedere crescere i ragazzi ed arrivare a vestire la maglia azzurra, alle finali nazionali, a respirare l’aria della serie A. Però anche qualche ricordo brutto: il fallimento e la scomparsa prematura di Nicola Masè.
Oltre a te, ci sono altri tre veronesi nella massima serie: Leonardo Totè, Edoardo Ronca e il villafranchese David Reginald Cournooh. Un orgoglio essere tra questi?
Beh, sapere di essere tra i pochi veronesi che calcano il parquet di serie A mi riempie chiaramente di orgoglio, ma anche la responsabilità di tenere alto il nome della nostra città.
Qual è il tuo obiettivo e quello della squadra per la prossima stagione?
Trieste riparte con l’obiettivo dichiarato di salvarsi e di provarlo a fare nella maniera più rapida possibile. Campionato che secondo me si presenta spaccato in due fasce, noi lotteremo con le unghie e con i denti nella seconda ovviamente. Personalmente ho motivazioni fortissime, e metterò tutto me stesso in ogni singolo giorno di questa esperienza.