(di Bulldog) Nadef 2023: ma Giorgia Meloni è proprio così schiappa in economia? È vero che per colpa sua tornerà un governo tecnico per salvare l’Italia dal default? A sentire i commentatori “progre”, i politici del PD e dei 5Stelle la situazione in cui il governo Meloni ha precipitato il Paese è oramai insanabile. Ci aspettano tempi grami per colpa dei fascisti a Roma.

Ma è davvero così? Abbiamo passato il weekend a leggere la Nadef – la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza – che il governo ha passato alle Camere venerdì. Da questa se ne evincono più considerazioni: la prima è che Bulldog è  gravemente malato, con queste giornate restare alla scrivania a leggere la Nadef piuttosto che correr dietro a una palla è da squinternati; la seconda: questo Paese spende ogni anno oltre mille miliardi per fare tante cose, alcune buonissime, altre meno. Peccato che ogni anno incassi da cittadini e imprese molto meno:  935 miliardi appena.

Nadef, perchè crescerà la spesa pubblica

E qui scatta la prima operazione-verità: nel 2022 (al governo per 9/12 c’era Mario Draghi, mica uno qualsiasi) la spesa è stata di 1.091 miliardi. Con Meloni questa cifra è calata a 1.087, nel 2024 scenderà ancora a 1.074 per poi salire nel 2025 e 2026 a 1.107 e 1.123. Perché salirà la spesa pubblica?

Uno: per i tassi d’interesse sul debito pubblico che si sono rialzati a seguito delle operazioni sul costo del denaro decise dalla BCE di Francoforte (dai 78 miliardi di quest’anno – 4 in meno rispetto a super-Mario – saliranno a 88, 94 e 103 nel prossimo triennio). Due: per il costo del welfare che dai 424 miliardi del 2023 crescerà nel prossimo triennio a 448, 451 e 478 miliardi. Le pensioni pesano per 317, 340, 350 e 361 miliardi dal 2023 al 2026.

Spiegano Elly Schlein e Giuseppe Conti: la strega-Meloni taglierà la spesa per la sanità. Non sembrerebbe: il Nadef prevede una spesa crescente: dai 131 miliardi di Mario Draghi si passa a 134, 132, 136 e 138 miliardi nel periodo 2023-2026.C’è un calo nel 2024 di 2 miliardi poi ampiamente riassorbiti nel biennio successivo. Consideriamo che la sanità costa 2mila euro a ciascun italiano – bambini in culla e nonni compresi – ma che soltanto una minima parte degli Italiani versa questa cifra come testimoniano le tabelle Irpef relative agli scaglioni di reddito.

Meloni premia l’evasione fiscale.  Può darsi, una controllatina alla concessioni in essere io la darei, ma il Nadef dice nero su bianco un’altra cosa: dai 935 miliardi incassati da super-Mario si è passati ai 981 incassati nel primo anno da Giorgia e si passerà ai 1001, 1032 e 1052 che questo governo metterà in cascina nel periodo 2024-2026. E, anche qui, come per le spese sanitarie, è difficile che a versare queste cifre siano  dipendenti e autonomi sino a 35mila€ di reddito annuo.

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Nadef, così si “muoverà” il debito nazionale

E il debito? Questa pazza lo sta mandando alle stelle? Falso, anche qui. Giorgia Meloni quando chiuse la sua prima esperienza al governo (anno 2011) lasciò il debito pubblico (non lei in realtà, dato che il suo dicastero “alla gioventù” era senza portafoglio, ma Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti) al 110%. Per fermare “quell’emorragia i governi tecnici e di sinistra che dal 2011 hanno governato sino al settembre 2022 hanno portato il debito stabilmente sul 130% nel periodo 2013-2019 per poi farlo arrivare sopra e sul 150% grazie all’avvocato eletto dal comico nel periodo 2019-2021.

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La tabella qui sopra lo evidenzia chiaramente: Giorgia Meloni sta rientrando dal super-indebitamento dell’era Covid e prevede di far tornare il bilancio dello Stato in avanzo primario (vuol dire che il bilancio è in attivo se si esclude la voce interessi sul debito pubblico) già nel 2024: dello 0.6% a fronte di un meno 1.4% del 2023, del meno 3.8 realizzato da super-Mario e del meno 5.3 e meno 6.1 dei governi Conte. Nel 2025 l’avanzo sarà dello 0.9%, nel 2026 dell’1,4.

maurizio landini

Mi fermo coi numeri. La lettura politica delle polemiche (quelle di oggi e quelle dei prossimi giorni) sulla  manovra di bilancio 2024 è una chiara assenza di senso dello Stato da parte del centrosinistra che ha portato il debito pubblico a questi livelli e che continua a chiedere maggiore debito pubblico sotto forma di ulteriore spesa sanitaria e pensionistica (entrambe non coperte dai contributi versati dagli Italiani). Il sindacato – che ha gestito per decenni l’Inps e che sa come è nato il buco previdenziale e si è sempre opposto ad una radicale revisione di questo capitolo – farà uno sciopero generale il cui unico scopo è sostenere la campagna elettorale di Maurizio Landini alle prossime Europee.

Nadef, perchè Meloni non può rispondere alle polemiche e basta

Questo non vuol dire che Giorgia Meloni può buttare la palla in tribuna con ulteriori risposte “politiche”. Il premier ha una enorme responsabilità: dire agli Italiani la verità sui conti pubblici; su come spende i soldi dei contribuenti e cosa vuol fare per abbattere il debito pubblico che, governi la sinistra o la destra, resta un macigno che sta bruciando il futuro dei nostri figli e che sembra inarrestabile a causa delle centinaia di marchette che lo Stato paga ogni anno per bonus, agevolazioni, premi e quant’altro…

Il Nadef – onestamente – riporta i suggerimenti di Bruxelles: non sono folli, ma mostrano grande ragionevolezza. Roma dovrebbe rispondere in maniera altrettanto ragionevole.

Bruxelles non commissionerà Giorgia Meloni se rimanderà indietro 10, 100, 1000 clandestini sbarcati da una carretta del mare, anzi. La farà fuori se non aggredisce brutalmente il debito. E saranno i governi europei di destra i primi a fargliela pagare.