(m.a.) Una legge che ha funzionato per vent’anni, ma che oggi è totalmente superata dall’avvento dei social media e del tutto impreparata alla sfida dell’intelligenza artificiale. A poco più di 200 giorni dalla prossima tornata elettorale, il Corecom (l’organismo che vigila sul sistema dell’informazione e delle comunicazioni nel Veneto) ha chiamato a raccolto politici ed informatori per fare il punto sullo stato di salute della legge sulla “par condicio”, la 28/2000.
L’approfondimento è stato accompagnato da un’analisi delle più recenti decisioni di Agcom – l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – da parte dei principali attori chiamati ad occuparsi di par condicio, ovvero i giornalisti, i Co.Re.Com. regionali e l’Agcom, le Prefetture, nonché i professionisti della comunicazione istituzionale e politica.
“Sentivamo l’esigenza di affrontare un tema diffuso e sentito – ha sottolineato il Presidente del Co.Re.Com. Marco Mazzoni Nicoletti – perché le diverse ‘tornate elettorali’ si ripetono quanto meno ogni anno; il tema quindi è attuale, ma poco conosciuto e in previsione degli appuntamenti elettorali del prossimo anno”.
“Quando si svolgeranno le elezioni europee e molti comuni del Veneto saranno chiamati a rinnovare le rispettive amministrazioni, il Comitato ha sentito l’esigenza, con l’Ordine dei Giornalisti del Veneto, uno dei protagonisti di questo settore, di organizzare un seminario che ha affrontato le diverse sfaccettature di questa tematica, e in particolare, la par condicio, il monitoraggio svolto dal Comitato sulle trasmissioni delle tv locali e di Rai3, nonché la comunicazione istituzionale che, è noto, durante la campagna elettorale è sottoposta a particolari limitazioni”.
“Se dal punto di vista dell’informazione televisiva, nel corso degli anni di attività, non abbiamo mai rilevato importanti criticità – in ragione della particolare attenzione posta dalle emittenti televisive al tema della par condicio -, qualche problematica è emersa nel rapporto con le pubbliche amministrazioni sulla comunicazione istituzionale, forse dovuta a una scarsa conoscenza della normativa, oppure a una scarsa attenzione nell’applicazione della norma, e questo dovuto in parte anche al fatto che le sanzioni, in caso di violazione della disciplina, sono deboli”.
“Noi giornalisti – ha ricordato il Presidente dell’Odg Veneto, Giuliano Gargano – dobbiamo sottostare e siamo tenuti al rispetto di numerose leggi, in particolare quella ordinistica, che ha 60 anni e a proposito della quale stiamo lavorando per innovarla, ma ci sono anche tanti altri strumenti che vanno ripensati, in particolare modo proprio la disciplina della par condicio, che ha compiuto vent’anni: i tempi sono cambiati, le tecnologie sono cambiate e quindi credo sia necessario avviare una riflessione e pensare a degli strumenti più moderni”.
“La Par Condicio – ha affermato il Presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti – è stata superata dai tempi, viene facilmente aggirata e i social oggi consentono un dialogo particolare con gli elettori per ogni fascia di età, permettono un’interazione dinamica, e per loro natura moltiplicano il messaggio politico anche con risvolti non esattamente positivi: pensiamo alle fake news, versione moderna di quella che un tempo era una caratteristica particolare della propaganda, non solo politica ovviamente, o alle eco “chambers” in cui le persone sono portate alla polarizzazione e all’isolamento in gruppi con idee diverse, restando esposte principalmente a contenuti che confermano le proprie opinioni preesistenti.
La Par Condicio è un reperto archeologico museale?
No: se non viene cambiata, nonostante le legittime proteste di larghi strati del mondo dell’informazione e della politica, essa è funzionale; innanzitutto, funziona bene nella gestione delle controversie nella propaganda politico-amministrativa locale: i membri del Corecom possono testimoniare quante siano le contestazioni sollevate durante le campagne elettorali nei piccoli, e non solo nei piccoli, Comuni.
Ma funziona benissimo per i vertici della politica, visto che i leader nazionali, i membri di governo, le figure più rappresentative di questo o quel partito, non vengono “parcondicionate”, cioè hanno libero accesso all’informazione televisiva locale e nazionale, per cui non sono toccate dalla norma. Paradossalmente, sono toccate dalla norma tutti i candidati delle elezioni in cui i cittadini esprimono le preferenze, principalmente elezioni amministrative comunali, le Regionali e quelle Europee: e questo è un vero e proprio “Vulnus”.
Al seminario sono anche intervenuti Elisa Billato, Caporedattrice del TGR Veneto, Emilia Lamonica, Funzionario Agcom, Alessandro Russello, Direttore Corriere del Veneto, Michele Di Bari, Prefetto di Venezia, Ingrid Bisa, Deputata, componente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, e Andrea Martella, Senatore, già Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Informazione e all’Editoria.