Senza la sanità privata accreditata il sistema sanitario sarebbe già saltato. A Verona, per esempio, se non ci fossero strutture private come l’Ospedale Pederzoli di Peschiera o quello di Negrar, l’assistenza sarebbe già al collasso. Il ruolo di supplenza che stanno svolgendo a fronte delle disfunzioni del Servizio sanitario nazionale è essenziale per garantire ancora ai cittadini quelle prestazioni che stanno diventando sempre più difficili da erogare nel pubblico. Se non ci fosse il privato accreditato le liste d’attesa, già lunghe e in molti casi inaccettabili, s’allungherebbero a dismisura, andando ad annullare di fatti il diritto alla salute dei cittadini.
L’allarme di Puntin
Giuseppe Puntin, veronese, oltre ad essere il Presidente di Aiop Veneto, l’associazione del maggior numero di strutture ospedaliere accreditate, è uno dei massimi esperti nazionali di poiché sanitarie. Nel commentare la “Relazione sociosanitaria 2023”, pubblicata da Regione Veneto, sull’attività delle strutture private accreditate Puntin ha osservato: “I dati emersi dalla relazione sottolineano la complementarità, l’importanza e il ruolo svolto dal comparto sanitario accreditato in Veneto. Siamo parte integrante e costitutiva del Servizio Sanitario Regionale e sentiamo la responsabilità di dare risposte concrete in termini di cura e assistenza secondo le disposizioni della regione Veneto”.
I dati
Sono 90.712 i ricoveri dei cittadini veneti e 34.408 quelli di pazienti provenienti da altre regioni, ovvero un quinto del numero complessivo dei ricoveri quelli negli ospedali privati accreditati presso la Regione Veneto.
Dati che secondo Puntin, che è anche amministratore delegato dell’Ospedale Pederzoli di Peschiera, “evidenziano la qualità dell’assistenza ospedaliera delle strutture private accreditate in Veneto in grado di attrarre oltre il 50% della mobilità sanitaria attiva dell’intera regione contribuendo in misura rilevante per assicurare alla stessa il saldo positivo”.
Valgono poco meno di 10 milioni di euro le prestazioni erogate dal privato accreditato, comprese le visite specialistiche gli esami diagnostici, di laboratorio, le cure riabilitative e quant’altro. Tuttavia, a parte quelli destinati a recuperare i ritardi dovuti alla pandemia, i finanziamenti della Regione alle strutture accreditate non son più stati aggiornati da molti anni.
“Tali limiti di risorse – ricorda Puntin – sono stati determinati molti anni fa in un contesto macroeconomico, sociale e sanitario completamente diverso dall’attuale e sono stati mantenuti bloccati negli anni anche per effetto di una normativa nazionale del tutto distante ed avulsa dalla realtà”.
“Nel corso degli anni – conclude io Presidente dell’Aiop – abbiamo assistito ad un progressivo aumento di richieste di prestazioni ambulatoriali ed ospedaliere da parte della popolazione che tuttavia non possono essere erogate dalle strutture private accreditate a causa dei sopra menzionati limiti di spesa che sono oggi del tutto anacronistici. Come sempre in passato l’ospedalità privata accreditata della nostra regione ha dato prova di essere responsabile nel farsi carico delle difficoltà, pur oggettive, di carattere generale, ma ora appare sempre più inderogabile rivedere le disposizioni che regolamentano i finanziamenti per la copertura dei costi che si sono manifestati negli anni e che sono, per loro natura, progressivi e incomprimibili”.