(di Paolo Danieli) Ci eravamo illusi che la guerra fosse una pratica superata dall’umanità. 70 anni di pace, pur punteggiati da qualche guerricciuola qua e là, ma locale, ci avevano fatto credere che era cosa da consegnare al passato.

Aveva anticipato questa convinzione l’art.11 della nostra Costituzione, scritta nel 1948, quando le città italiane erano in macerie e l’umanità era ancora sconvolta dallo scoppio delle prime 2 bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (…)”

Il rischio della 3^ guerra mondiale passa da Trump

Il mondo, diviso fra Usa e Urss, viveva nella consapevolezza che un conflitto atomico non avrebbe avuto né vinti né vincitori, ma sarebbe stata la fine dell’umanità. Era ‘l’equilibrio del terrore’.

Il rischio della 3^ guerra mondiale passa da Trump

Make love, not war è stato lo slogan degli anni dopo il ’68, quando come reazione popolare alla guerra del Vietnam, attraverso la musica pop, il cinema, la pop-art e la letteratura, la pace si radicò ulteriormente come una dei valori supremi.

Dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, l’ipotesi di uno scontro globale divenne ancor più remota. Anche se ci sono state diverse guerre che hanno interessato anche l’Italia. La guerra in Bosnia (1992/1995) condotta dalla Nato contro le milizie serbe; quella in Afghanistan (2001-2021), fra gli Usa e i Talebani; la 1^ guerra del Golfo, fra Usa e Iraq; la 2^ guerra del Golfo (2003-2011) fra Usa e Iraq. 

La guerra in Ucraina e in Palestina

La guerra scoppiata in Ucraina nel 2022 a causa dell’invasione russa è quella che comporta più rischi di allargarsi in quanto la Nato vi partecipa indirettamente. E’ di qualche giorno fa la notizia  che i vertici della difesa tedeschi prevedono la possibilità che nel 2025 la Nato possa entrare in guerra con la Russia. Sarebbe la 3^ guerra mondiale, di cui la guerra in Palestina, e quella appena accesa nel Mar Rosso, non sono che le avvisaglie. Ci mancherebbe solo che un altro focolaio si aprisse a Taiwan e il quadro catastrofico sarebbe completo. Poco si sta facendo per spegnere questi fuochi. Anzi, alcuni versano benzina.

Il rischio della 3^ guerra mondiale passa da Trump

Perché la pace di cui tutti si sono riempiti la bocca per 70 anni è in pericolo? 

Questione di equilibri. All’equilibrio del terrore, che ha mantenuto in freezer una guerra che è sempre rimasta ‘fredda’, è seguita la globalizzazione che ha prodotto tra le altre cose la crescita di paesi come la Cina, l’India, il Pakistan, l’Iran, il Sud Africa, il Brasile, gli Emirati che hanno cambiato gli equilibri del pianeta. 

Dall’eurocentrismo degli ultimi secoli si è passati al bipolarismo della seconda parte del ‘900. Oggi siamo al multipolarismo. Ma con l’emergere di questi paesi come attori della politica internazionale, si moltiplica anche il rischio di possibili conflitti. 

Il rischio della 3^ guerra mondiale passa da Trump

In questo scenario l’Europa è un nano politico a rimorchio degli Usa. Adesso il suo futuro dipende da chi andrà alla Casa Bianca. Trump, che ha metabolizzato i mutati assetti, ha già dichiarato che se sarà lui tutte le guerre finiranno in linea con la sua ‘politica del piede di casa’. Se invece saràeletto Biden, o un democratico, continueremo ad assistere al rifiuto di accettare il multipolarismo. Atteggiamento, questo, molto pericoloso che aumenterebbe a dismisura il rischio della 3^ guerra mondiale.