(di Gianni Schicchi) Dopo la forzata pausa causata dal Covid, il premio Giuseppe Lugo è ritornato a riproporsi martedì sera a Villa Vento in occasione del 125° dalla nascita del famoso tenore di Custoza. La ventisettesima edizione – la prima fu attribuita nel 1994 a Placido Domingo – è stata così assegnata al celebre tenore americano Gregory Kunde, accolto l’altra sera da una nutrita cornice di pubblico entusiasta e plaudente. 

Il premiato – tuttora impegnato con Aida e Turandot in Arena – si è mostrato molto grato del riconoscimento, prestandosi a rendere la serata ancora più stimolante nell’intrecciare col soprano Valentina Boi, il celebre duetto “Mario, Mario” dalla Tosca di Puccini. E completando poi il concerto con il “E lucevan le stelle” dalla stesa opera, dedicato espressamente alla memoria di Lugo.

A fargli compagnia nella gioiosa serata, il giovane mezzosoprano palermitano Chiara Amaru, l’avvenente soprano livornese Valentina Boi e il basso bergamasco Gabriele Sagona. Chiara Amaru si è brillantemente espressa nel Barbiere di Siviglia e nell’Italiana in Algeri di Rossini, opere che la vedono attualmente in azione, sia alla Fenice di Venezia che all’Opera di Roma. Una cantante che gorgheggia, trilla, svolazza e piroetta abilmente sulle punte di una vocina impertinente, interpolando e variando a tutto spiano, generosissima di mi sovracuti. Chapeau!

La Boi, presente al Filarmonico in Adriana Lecouvreur e Don Giovanni di qualche anno fa, ha giocato invece ruoli decisivi con Tosca, Manon e Adriana. Il suo timbro è pieno e penetrante, tale perché sostenuto da un’emissione in grado di conferirgli il granito delle buona vecchia scuola e quindi di proiettarlo agevolmente sugli ampi scarti ascensionali su cui poggia per intero la linea vocale.

Note liete anche per Gabriele Sagona, visto al debutto con Le Nozze di Figaro di qualche anno fa Filarmonico, che al Lugo si è presentato con una ottima “Calunnia” dal Barbiere di Siviglia, duettando nell’Italiana in Algeri con la Amaru e concludendo con la romanza di Banco dal Macbeth verdiano. Benissimo con Rossini, da maturare ancora la pagina verdiana. Pregevole infine l’accompagnamento al pianoforte del maestro Federico Brunello che si è concesso un meditato e applauditissimo Intermezzo dalla Manon Lescaut di Puccini, in ricordo di Magda Olivero, indimenticabile soprano e presidente onorario del Lugo fin dalla sua nascita.        

La ventisettesima edizione del Premio canoro di Custoza ha richiamato nuove attenzioni verso l’opera lirica nella zona del celebre bianco veronese. Lo ha sottolineato in apertura di serata anche il sindaco di Sommacampagna Fabrizio Bertolaso, augurando che il premio abbia a continuare e proporsi con altre edizioni in futuro. La serata era iniziata con un dettagliato racconto della figura di Giuseppe Lugo, fin dalla sua travagliata infanzia, a cura del giornalista Morello Pecchioli, mentre alla presentazione del programma musicale si è dedicato con la solita abilità e perizia Davide da Como, noto conduttore dei programmi di Verona Lirica al Filarmonico. 

La sovrintendente della Fondazione Arena, Cecilia Gasdia presente alla manifestazione (è il presidente onorario attuale del Premio Lugo) ha infine introdotto la figura di Gregory Kunde, collega di molti fortunati eventi operistici e suo partner nel debutto di La donna del lago di Rossini alla Scala di Milano del 1990. “Lui – ha raccontato con una grande risata – canta ancora, ma se per caso volete sentire anche me, venite alle sette del mattino, sotto le finestre della Fondazione Arena”.